Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[L’analisi] Ecco la tempesta perfetta che ha fatto precipitare l’Europa nella stagflazione

L’Eurozona ha evitato la recessione ma il rischio di stagflazione nel Vecchio Continente è in aumento. 

Crescita lenta e fattori di incertezza

L’economia della zona euro è cresciuta a un ritmo più lento nel primo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti poiché la diffusione della variante Omicron e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno pesato sulla performance economica.

Nel dettaglio, il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,2% t/t nei primi tre mesi dell’anno, secondo  quanto emerge dalla prima stima di Eurostat. Il dato ha deluso leggermente il consenso degli economisti che si aspettavano un incremento dello 0,3%  t/t. A livello annuale infine l’economia è cresciuta del 5%, lievemente  al di sotto del +5,1% a/a atteso.   

Guerra e pandemia comprimono la spesa dei consumatori

La diffusione di Omicron in inverno e l’aumento dell’inflazione legata all’invasione russa dell’Ucraina hanno compresso la spesa dei consumatori nell’Eurozona nel primo trimestre, afferma Tej Parikh, direttore del team  economico di Fitch Ratings. “Mentre la guerra continua, l’interruzione del  commercio e della catena di approvvigionamento intaccherà la produzione  industriale e manterra’ bassa la fiducia delle imprese, mentre è probabile che l’inflazione rimanga elevata quest’anno”, avverte Parikh. 

Con una debole crescita dei salari nominali, l’impennata dei prezzi di cibo e carburante colpirà i redditi reali delle famiglie e questo  smorzerà la crescita economica nei prossimi trimestri, aggiunge  l’economista. Una prosecuzione della guerra e un’escalation delle sanzioni  pongono un ulteriore rischio al ribasso per l’Eurozona, con il rischio di  stagflazione in aumento.   

L’Eurozona eviterà la recessione

Il piccolo aumento del Pil della zona euro nel primo trimestre significa  che la regione eviterà una recessione tecnica almeno nella prima metà dell’anno, aggiunge Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics. Tuttavia l’aumento dell’inflazione e le ricadute della guerra in Ucraina significano che è probabile che il Pil si contragga nel secondo trimestre, con la Banca centrale europea che si prepara ad  aumentare i tassi di interesse.

I produttori subiranno un colpo maggiore  in Germania rispetto ad altre parti dell’Eurozona, ma l’aumento dei prezzi  dell’energia influenzerà l’intera regione, così come il calo della  domanda di esportazioni e della fiducia delle imprese, conclude Kenningham.   

Gravemente colpiti i consumi privati

L’Eurozona è cresciuta solo marginalmente nel primo trimestre, con il  Covid e l’impennata dell’inflazione che sono i principali fattori alla base del rallentamento, commenta Nicola Nobile, capo economista italiano di Oxford Economics. Francia e Spagna, gli unici due Paesi ad aver  riportato lo spaccato completo, hanno dimostrato che i consumi privati  sono stati gravemente colpiti, puntualizza l’esperto.

“La strada da  percorrere per l’Eurozona rimane impegnativa e, sebbene i dati del Pil del  secondo trimestre possano trarre vantaggio dall’impulso della riapertura,  l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina si è fatto sentire con forza in Europa”, avverte Nobile. L’inflazione elevata e l’incertezza stanno  pesando sui consumi e le interruzioni dal lato dell’offerta stanno  danneggiando il settore industriale, conclude Nobile.   

L’aumento dei prezzi arriverà

La riapertura dell’economia dell’Eurozona ha spinto la crescita nel primo trimestre, probabilmente posticipando il ‘dolore’ che i prezzi  elevati arrecheranno ai consumi delle famiglie, confermano anche da Ing.  L’espansione dello 0,2% è dovuta al fatto che la variante Omicron ha  avuto un impatto negativo più lieve del previsto, mentre la guerra in Ucraina ha danneggiato l’economia dall’inizio di marzo in poi.

I problemi  della catena di approvvigionamento si sono riaccesi a marzo, causando arresti della produzione in tutta l’Eurozona, che si sono aggiunti al  rallentamento della crescita nel primo trimestre. Dati l’impennata dei prezzi, la debole fiducia dei consumatori e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento, Ing prevede una contrazione dell’economia dell’Eurozona nel secondo trimestre.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.