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Arduino Paniccia (docente di Studi Strategici Università Trieste): «La pandemia ha cambiato il mondo. Conflitto nucleare rischio concreto»

“Siamo di fronte a una situazione strategica, militare e diplomatica assolutamente inedita. La Nato, l’Europa, gli Stati Uniti, anche se erano consci che esisteva la possibilità di un’invasione, sono stati colti di sorpresa dall’entità delle forze in campo, dalla durezza degli scontri, e dalla percezione che, nell’obiettivo, vi sia l’occupazione dell’intera Ucraina e non solo, come poteva apparire all’inizio, l’area del Donbass. Inoltre ci troviamo di fronte a dichiarazioni che fanno riferimento all’uso dell’armamento nucleare, cosa mai emersa negli ultimi decenni”.

Lo afferma Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici presso l’Università di Trieste e presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce).

“Ciò ha costretto tutto lo schieramento occidentale a una totale revisione della proiezione strategica – osserva – Io da tempo sostengo che la pandemia avrebbe fatto rivedere le dottrine degli Stati Maggiori russo e cinese e che era possibile prevedere da parte della Federazione russa, in caso si ritenesse in grande pericolo, l’uso dell’arma nucleare. A questo punto si tratta di un rischio concreto, un elemento da tenere in considerazione”.

“La pandemia invece di sviluppare la cooperazione e relazioni più pacifiche tra Est e Ovest ha creato l’idea che l’Occidente fosse debole – conclude – A ciò si è aggiunto il ritiro dall’Afghanistan, un altro fattore destabilizzante, che ha fatto crescere i falchi negli Stati Maggiori dell’organizzazione di Shanghai”.

Blocco asiatico alleato di Putin

“Tutti i membri dell’organizzazione di Shangai (Sco), la Nato asiatica, compresa l’India, si sono astenuti sulle sanzioni alla Russia e non sono intervenuti sulla minaccia nucleare. Questo significa che la Federazione russa trova nel continente asiatico, nel suo complesso, un alleato” sostiene Paniccia, docente di Studi Strategici presso l’Università di Trieste e presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce).

“A questo punto il pericolo di un ampliamento, non solo della guerra economica ma anche della fase militare, non dico sia probabile ma è possibile – prosegue – Bisogna alzare il livello dei colloqui, ora sono troppo a livello basso: un tempo i grandi leader trattavano direttamente”.

 “Il rischio, un giorno, è un attacco generalizzato ai paesi baltici: bisogna capire che la strada è pericolosa, necessita una trattativa generale anche coinvolgendo gli asiatici – conclude Paniccia – È arrivato il momento di mettere tutte le forze in campo a partire da un’unica via di uscita diplomatica e negoziale”.

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