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[Lo scenario] L’Italia è l’anello più debole della guerra del gas. Prodi «Serve accordo con Putin»

L’Italia è l’anello debole della crisi del gas in Europa e pagherà il prezzo più alto per il conflitto tra Russia e Ucraina, con una crisi economica e sociale che può deflagrare. E le bollette con oltre il 70 per cento dei rincari ne sono una prova tangibile.

A spiegare bene la situazione è Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Ue.

“Sono stati fatti diversi errori. Abbiamo pensato che dovendo puntare sulla transizione ecologica si potesse fare un salto ed abbiamo smesso di investire sul petrolio. Poi non abbiamo rinnovato contratti con la Russia per le forniture che ci avrebbero consentito di mettere in sicurezza il gas per l’Italia. Lo abbiamo fatto puntando sulla logica del libero mercato del gas per inseguire il prezzo più basso. Logica che per alcuni anni ci ha favorito mentre adesso, a causa di una congiuntura internazionale ci penalizza drammaticamente”.

E’ una lucida e analitica ricostruzione dello scenario che abbiamo davanti quella che il professor Prodi traccia in diretta durante la trasmissione Piazza Pulita di Corrado Formigli su La7.

Noi anello debole

“Noi siamo diversi dagli altri, attenzione. Nel gas l’Italia è particolarmente vulnerabile rispetto a tutti i Paesi della Ue. La Francia punta sul nucleare, la Germania segue altre dinamiche. Non è come con il rame dove siamo tutti uguali. O con l’acciaio. Per questo è urgente e necessario fare una nostra politica, come Italia. Io credo nella Ue da sempre. Ma in questo caso le esigenze e gli interessi dei singoli Paesi europei sono diversi. Non possiamo permetterci di attendere, le imprese, il Paese reale non può permettersi di perdere altro tempo”.

Per Prodi la soluzione è uno scatto in avanti dell’Italia – anche rispetto al resto d’Europa – con la sottoscrizione di un contratto di lungo periodo con la Russia sulla fornitura del gas naturale.

“Noi dobbiamo essere fedeli alla Nato che ci garantisce sicurezza, ma tema diverso è capire quali sono i confini della Nato” chiosa Prodi.

La relazione del Copasir

La Relazione del Copasir sull’attivita’ svolta dal 1 gennaio 2021 al 9 febbraio 2022 non poteva non dedicare un capitolo “alla peggior crisi energetica degli ultimi decenni”, a  fronte del concreto pericolo che “la Russia possa sfruttare  questo tema per esercitare pressioni sull’UE, usando le  forniture di gas come strumento di tensione e di guerra  asimmetrica”.

“La mancata autorizzazione della Germania al gasdotto Nord Stream 2, il combinato disposto tra il blocco delle forniture e un’escalation militare in Ucraina potrebbero comportare un ulteriore peggioramento della situazione, che risulterebbe rovinosa anche e soprattutto per  l’Italia, che deve a Mosca oltre il 40 per cento delle importazioni“.

Per il Comitato, “l’Europa rischia di essere la principale vittima di questa sorta di guerra fredda del gas, andando incontro a ripercussioni sia di ordine politico-militare  – poiche’ il malaugurato scenario di un conflitto sul confine orientale farebbe depositare sul vecchio Continente le scorie dell’ostilita’ russo-americana – sia di ordine economico a causa dell’incidenza che riveste il gas”.

Nella Relazione del Copasir si sottolinea che “l’aggressivita’ russa, sostenuta dalla Bielorussia, nei confronti dell’Ucraina e sul fianco orientale dell’Alleanza e’ certamente condannabile ma permane forte per   l’Europa l’esigenza di mantenere aperti canali di dialogo diplomatico. Gli ultimi sviluppi della crisi ucraina che vedono un dislocamento di una consistente presenza militare russa presso il confine, seppur un attacco su vasta scala   sia ritenuto poco probabile, fanno temere un aumento del rischio di incidenti e l’innesco di reazioni. In ogni caso, la possibilita’ di attacchi di natura ibrida impone di mantenere alto il livello di attenzione, nella piena consapevolezza che l’Italia puo’ e deve svolgere un ruolo di rilievo, di intesa con  i partner UE e NATO”.

Von der Leyen critica Putin

“La Russia non ha alcun interesse ad aumentare le forniture” di gas “in questo momento, nonostante il picco di prezzi. Basta guardare Gazprom: il suo stoccaggio in Europa non e’ affatto vicino al livello a cui dovrebbe essere”.

Sono queste le parole la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un video messaggio che apre le Giornate dell’industria europea.    

“I flussi di gas attraverso il gasdotto Yamal e l’Ucraina rimangono bassi. Tutto cio’ dimostra che Gazprom non si comporta come un normale fornitore di gas”, ha spiegato von der Leyen,  sottolineando come “gli interessi economici e la politica sembrano strettamente intrecciati”.

Il ministro degli Esteri,  Luigi Di Maio, ha avuto una conversione telefonica con l’omologo russo, Serghei Lavrov, in cui e’ stata discussa “nel dettaglio”  la situazione in Ucraina orientale.

Il ruolo della Nato

Il ministro degli Esteri russo, Sergei   Lavrov, ha sottolineato come riferisce il ministero russo “la natura destabilizzante delle azioni della  Nato nello sviluppo militare dello spazio post-sovietico e la   sconsiderata militarizzazione dell’Ucraina portata avanti da un certo   numero di Paesi occidentali” .

Lavrov ha ribadito “la necessità di chiedere a Kiev il rigoroso   rispetto degli accordi di Minsk e degli accordi raggiunti nell’ambito   del formato Normandia”.       

Nel corso del colloquio c’è stato “un approfondito   scambio di opinioni su questioni internazionali di attualità”, con al   centro “l’iniziativa della Russia per fornire garanzie legali di   sicurezza a lungo termine in Europa”. Lavrov, si aggiunge, ha condiviso con Di Maio le sue valutazioni sulle risposte scritte degli Usa e della Nato in merito alle garanzie di sicurezza chieste da Mosca.       

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