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Andrea Boitani (docente Università Sacro Cuore di Milano): «Il patto per Napoli richiede condizioni»

Serve «un piano serio e credibile» per Napoli. Ad affermarlo è l’economista e docente dell’Università Sacro Cuore di Milano, Andrea Boitani. «Il neosindaco Gaetano Manfredi, invocando un patto per Napoli, ha detto che il Governo nazionale dovrebbe stanziare per la sua città 200 milioni aggiuntivi l’anno per 10 anni, per ripristinare il funzionamento ordinario del Comune, che oggi avrebbe bisogno di almeno 1000 nuovi dipendenti».

«Il Comune di Napoli, inoltre, paga più di 170 milioni l’anno per interessi sul suo debito, che il Comune vorrebbe vedere cancellato (e quindi accollato allo Stato). Sul dissesto delle finanze napoletane pesa un tasso d’evasione del 55% sulle tasse comunali, crediti non incassati (Imu e Tasi) per 1 miliardo, e 800 milioni di multe non incassate. Per non parlare dei persistenti passivi di varie società partecipate» scrive su InPiù.net.

«Senza pensare a soluzioni miracolistiche, sarebbe ragionevole che il Governo facesse valere il significato della parola “patto”, ovvero uno scambio di impegni verificabili. E quindi pretendesse qualcosa in cambio dei tanti soldi che tutti i contribuenti italiani girerebbero a Napoli. E quel qualcosa dovrebbe comprendere un piano serio e credibile per recuperare almeno una parte (da stimare con realismo) dei crediti passati e far funzionare l’esazione dei tributi e delle multe da oggi in poi».

«Dovrebbe anche comprendere un piano per (e strutture preposte a) gestire economicamente le vaste proprietà immobiliari del Comune e un percorso di risanamento delle aziende municipali, che non penalizzi e anzi migliori l’efficacia e l’efficienza dei servizi. Non è impossibile, ma i versamenti del Governo dovrebbero essere sospesi se il Comune non rispettasse la sua parte del patto», prosegue.

«Stessa modalità il Governo dovrebbe seguire con tutte le città che a buon diritto, dopo (o insieme a) Napoli, stenderanno la mano. Si chiama “condizionalità” proattiva, tipo quella prevista per l’erogazione dei fondi NGEU da parte della Commissione Europea».

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