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Fabio Panetta (membro Comitato esecutivo Bce): «Nel 2026 possibile nascita dell’euro digitale»

L’Euro digitale a cui sta lavorando la Bce «sarà utilizzabile per spese al dettaglio da tutti, cittadini e istituzioni. Sarà una moneta sicura, priva di rischi di credito, non avrà rischi di liquidità, e nessun tipo di rischio, come il contante». A spiegarlo è Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, durante la Milano Finanza Digital Week.

«L’Euro digitale non ha niente a che fare con le criptoattività o con le stable coin, che non sono moneta. Nessuno schema di pagamento digitale privato può garantire caratteristiche simili a quella della moneta della Bce, è sicuro al 100%. La Bce è l’unica istituzione priva di rischi, in grado di emettere passività». Le criptoattività, come il Bitocin, «sono dei contratti speculativi ad alto rischio che non possono essere utilizzate come mezzo di pagamento».

Panetta spiega il percorso che separa l’euro digitale dal suo utilizzo effettivo. «Il percorso per l’euro digitale è in fase preparatoria, parliamo di cinque anni. Stiamo effettuando delle sperimentazioni pratiche di cui presto presenteremo risultati. Il Consiglio direttivo della Bce deciderà a metà luglio se lanciare il progetto, analizzati i risultati che ho citato, e allora ci sarà un periodo di due anni in cui decideremo le caratteristiche dell’euro digitale. Come disegnarlo, ad esempio, per evitare che possa spiazzare i depositi bancari o addirittura generare instabilità finanziaria, soprattutto come tutelare la privacy dei cittadini e rispettare le norme che evitano il finanziamento del terrorismo. Stiamo confrontandoci con tutte le istituzioni coinvolte per le modifiche. Se l’esito dei due anni sarà positivo, ci saranno tre anni per una sperimentazione pratica, tra i cittadini, in aree specifiche».

Il membro della Bce illustra i vantaggi che l’euro digitale avrà per i cittadini. «Tra i principali vantaggi per i cittadini europei c’è che aumenterà la concorrenza, con minori costi per gli esercenti e meno commissioni per i clienti. Stimolerà inoltre l’innovazione e la digitalizzazione nell’intera economia». Il 15 luglio il consiglio direttivo della Bce darà il via libera a un progetto “concreto”, così l’Euro digitale potrebbe vedere la luce nel 2026. «Vogliamo dare ai cittadini una moneta digitale e forte. Il progetto è in una fase preparatoria, attualmente stiamo lavorando sull’impianto teorico e effettuando sperimentazioni pratiche di cui nelle prossime settimane pubblicheremo i risultati». Se la decisione di metà luglio della Bce sarà un sì, «avvieremo una fase di indagine che durerà circa 2 anni in cui decideremo la configurazione e le caratteristiche tecniche dell’Euro digitale».

In questi due anni, con queste analisi, «decideremo ad esempio se l’Euro digitale sarà basato su conti facenti capo agli utenti o su token elettronici. Decideremo se sarà accessibile a utenti europei o anche extra-europei. Decideremo come disegnare l’Euro digitale per non spiazzare i depositi bancari e non generare instabilità finanziaria, ma questo possiamo evitarlo con la definizione delle caratteristiche tecniche. Alla fine di questa fase biennale, se tra due anni la decisione sarà positiva, avvieremo un’altra fase che durerà tre anni dedicata ai servizi integrati e alla sperimentazione pratica dell’Euro digitale. Vorremmo provarlo e verificarne l’utilizzo tra la gente».

Alla fine di questi cinque anni i vantaggi per i cittadini saranno diversi. «L’Euro digitale amplierà le opzioni di pagamento disponibili, con minori costi di transazione per esercenti e consumatori. La nuova moneta consentirà poi agli intermediari europei di trovarsi in condizioni di svantaggio rispetto a operatori globali di grandi dimensioni sull’erogazione di servizi».

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