«Abbiamo l’obiettivo di avere nel 2026 il 75% della Pubblica Amministrazione che utilizzi cloud pubblici ma di avere anche dati in sicurezza. È un obiettivo ambizioso arrivare al 75% ma anche alla luce degli eventi recenti è necessario per dare sicurezza ai dati». A sottolinearlo è stato il ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale, Vittorio Colao, intervenendo al 18° Foro di dialogo Spagna-Italia.
Per raggiungere questo obiettivo, il governo è impegnato su due fronti e «il primo è razionalizzare il numero e la qualità dei data center. Sono dati pubblici: siamo a 1252 data center pubblici censiti, 35 sono risultati candidabili per far parte di un polo strategico nazionale». Mentre il secondo obiettivo è «quello della sicurezza dei dati pubblici».
«Stiamo studiando il modello migliore per garantire la possibilità di utilizzare sia cloud commerciali che cloud più sicuri a tutte le Pa» ha detto Colao. Inoltre, ha ricordato che per questo è stata istituita la neonata «agenzia nazionale per cybersicurezza».
Nel ripercorrere l’impegno italiano per la trasformazione digitale, Colao ha infine sottolineato le azioni che il governo intraprenderà. In modo particolare per quanto riguarda le «competenze digitali» assicurando che il nostro Paese interverrà su «tre fronti».
Ha delineato anche il perimetro per «una facilitazione della transizione digitale delle imprese massiccia attraverso un investimento complessivo di 24 miliardi di euro destinati sostanzialmente allo sviluppo degli asset tecnologici delle imprese e l’aggiornamento delle competenze digitali soprattutto nelle Pmi. Cerchiamo sostanzialmente di raggiungere circa 4 milioni di lavoratori soprattutto nelle Pmi», ha detto il ministro Colao.








