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Claudio Descalzi (AD Eni): «Ricerca e collaborazione tra Università e industria essenziali per un futuro positivo»

«Per immaginarci un futuro positivo per l’ambiente, l’occupazione, la salute e l’educazione è essenziale puntare sulla ricerca e sull’innovazione così come è essenziale avere una catena di trasmissione tra Università e industria. Sono cose in cui crediamo fortemente». Lo ha detto l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel corso dell’evento online di presentazione del rinnovo dell’accordo quadro con il Politecnico di Milano.

«Abbiamo voluto rinnovare l’accordo, abbiamo sviluppato tecnologie e vogliamo avere ulteriori brevetti su temi come l’economia circolare che ci vede nella chimica e nella raffinazione con brevetti proprietari, quindi tecnologie al 100% Eni e italiane che ci hanno permesso di trasformare le raffinerie».

«Siamo stati i primi al mondo a trasformare le raffinerie tradizionali e questo grazie a innovazione e tecnologie, non avendo più bisogno di utilizzare né petrolio né gas», ha spiegato.

Descalzi ha quindi sottolineato l’importanza della ricerca e della sua applicazione pratica. «Vogliamo caratterizzarci sempre di più come attori che fanno ricerca per implementarla immediatamente. Abbiamo avuto un time to market nella ricerca scientifica, dalla scoperta alla messa a terra, di tre anni e mezzo, a fronte di tempi medi molto più lunghi, sulla ricerca possiamo parlare anche di un decennio, noi stiamo cercando di accelerare ancora di più».

«Abbiamo prodotto – ha affermato – 7.500 brevetti, con un’applicazione su 450 progetti che è una mole gigantesca». Il Centro realizzato con il Politecnico di Milano «servirà proprio per mettere a terra questi progetti, per fare monitoraggio, per creare nuove figure professionali».

«Per noi è essenziale anche perché ci siamo presi un impegno importante nell’ultima strategy presentation, ovvero di arrivare a una neutralità carbonica al 2050 e raggiungere a inizio 2040 la completa neutralità carbonica in Europa. Tutto questo sviluppo per arrivare a una energia completamente pulita è basato solo sulle tecnologie esistenti».

«Questa importante unione con Polimi accompagna una diversificata presenza di Eni con circa 70 Università e centri di ricerca a livello mondiale, con il 50% dei centri e delle Università italiane. Abbiamo 7 centri di ricerca in Italia su diverse discipline, è uno sforzo che ci vede lavorare in modo intenso».

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