Un Paese con grandissime eccellenze, blocca però da una iperregolazione. Ad affermarlo è il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, intervenuto nel corso di un webinar organizzato dall’Asvis, nella sua prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo.
«Il Paese ha grandissime eccellenze di innovazione e sono parzialmente in disaccordo che non siamo bravi a fare rete. Nella mia esperienza professionale vedo grandissime capacità di collegarsi tra innovatori, mondo accademico e privato. Quello in cui non siamo forti è la velocità e la capacità di mettere velocemente a frutto l’innovazione. Abbiamo un ambiente regolatorio, di norme di limiti, che rappresentano non un ostacolo alle idee ma un ostacolo alla trasformazione delle idee e alla sperimentazione delle idee».
Colao rende merito al suo predecessore, Paola Pisano, per alcune misure introdotte. «Una delle cose di cui stiamo parlando con altri ministri e che io penso sia stata una innovazione del ministro Pisano e che è poco conosciuta, è l’introduzione del concetto di terreni di sperimentazione delle innovazioni. Dobbiamo dare a questi innovatori la possibilità di speriemnatre in maniera sicura ma potendo andare oltre le regole, le norme di oggi tutto quello che esce dalla loro ricerca. Non ci manca la capacità di fare rete ma ci mancano dei terreni in cui sperimentare l’innovazione. Questo è il primo governo che ha due ministeri che hanno il nome transizione nella loro dicitura. È un cambiamento di approccio non solo lessicale: il policy making è gestire processi di transizione che richiede una visione condivisa forte, di piani che si implementano ed eventualmente di cambiarli lungo la strada».
Colao si è espresso a proposito delle reti a banda larga. «Noi non andiamo bene come Paese, stiamo lasciando indietro parti del Paese e devo dire che con questa pandemia abbiamo tutti imparato a lavorare da remoto ma c’è il rischio che questo allarghi alcune distanze invece che chiuderle. Quando si dice che in alcune aree del paese ci sono il 90% di scuole connesse e in altre 60% può sembrare una piccola differenza ma vuol dire che in alcune aree escludiamo degli studenti quattro volte di più che in altre. Questo è inaccettabile, crea uno svantaggio di vita terribile. Leggevo una ricerca che dice che il differenziale nell’apprendimento comincia ad essere molto visibile dopo 8-12 settimane quindi non ci possiamo permettere di avere alcune aree del paese così svantaggiate e così a lungo», conclude Colao.








