Sotto la lente dell’esecutivo il contratto tra Open Fiber e Infratel Italia per la copertura delle aree a fallimento di mercato.
Non solo, il governo valuta anche possibili azioni giuridiche a fronte degli inadempimenti della società guidata dall’amministratore delegato Elisabetta Ripa.
Lo mette nero su bianco, nella risposta a una recente interrogazione di Fratelli d’Italia, il ministro per l’Innovazione Paola Pisano, che in riferimento alle aree bianche ha spiegato che fra le altre cose sono in corso approfondimenti “sul contratto di concessione Infratel/Open Fiber e relative penali applicate, per l’esame congiunto delle più opportune azioni giuridiche da porre in essere a fronte degli inadempimenti di Open Fiber”.
Sempre per comprendere come la controllata di Enel (che è in predicato di cederne il 40-50% al fondo Macquarie) si sta muovendo nelle zone a fallimento di mercato, la responsabile dell’Innovazione ha poi spiegato che sono in essere anche “approfondimenti sul nuovo piano industriale di Open Fiber, approvato in data 4 maggio 2020, al fine di valutare se il deliberato aumento di capitale di 450 milioni di euro sia stato allocato sul progetto aree bianche”.
Insomma il governo resta in pressing sulla concessionaria, che dal canto suo avrebbe dato rassicurazioni che la road map sarà rispettata.
Intanto Open Fiber nei mesi scorsi si è impegnata, proprio su impulso del ministro Pisano, nel progetto di copertura di circa 200 comuni definiti “bianchissimi”, chiamati così per la mancanza di connettività fissa e/o mobile, anticipando le coperture previste dal piano Bul con una tecnologia mista fibra-radio, più rapida da implementare.








