Nel confronto Usa-Cina – commenta Massimo Gaggi sul Corriere della Sera – è giusto concentrarsi su dazi e terre rare, ma attenti a non sottovalutare la partita di TikTok e della sovranità algoritmica, con le sue conseguenze anche politiche.
Gaggi ricorda infatti come l’accordo su TikTok tra Pechino e Washington trasferisca il temutissimo controllo algoritmico cinese, il «cavallo di Troia piazzato in mezzo agli Stati Uniti» denunciato dal Congresso, a una società privata nella quale Pechino avrà una quota di minoranza, mentre il controllo sarà in mano a figure imprenditoriali tutte vicine a Trump: da Larry Ellison alla famiglia Murdoch a Silver Lake Partners (partner delle aziende di suo genero, Jared Kushner).
Cosa significa tutto questo? «Controllo degli algoritmi di raccomandazione» è per molti di noi un’espressione della quale fatichiamo a percepire l’importanza: immateriale, impalpabile. Ma ha un peso rilevante sulle nostre vite nel campo degli acquisti e dell’informazione (privilegiando nelle reti sociali certi contenuti commerciali, propagandistici e di distribuzione o alterazione della realtà). Ed ha cominciato ad averlo, e lo avrà sempre più, anche nel campo della politica.
Democratici e repubblicani erano insorti contro TikTok, accusata di mettere nelle mani di Pechino uno strumento con una capacità capillare di raccogliere dati privati sui cittadini americani (la rete cinese ha 170 milioni di utenti nel Paese) e di influenzare l’opinione pubblica coi suoi messaggi.
Perché, dopo aver chiamato robbery, rapina, la pretesa Usa di prendere il controllo di TikTok, Xi Jinping cede? Vedremo fino a che punto l’algoritmo (che è di proprietà cinese e verrà ceduto su licenza agli americani che lo altereranno) sarà totalmente fuori dalla portata di Pechino. Ma, dopo aver sfruttato per cinque anni la sua influenza sociale sui giovani americani senza che la politica Usa se ne accorgesse o reagisse, probabilmente il leader cinese ritiene che un’arma ormai palese sia un’arma spuntata: può essere usata come merce di scambio per ottenere concessioni su altri fronti.








