“In Italia, a fronte di una sostanziale stabilità della grave deprivazione materiale e sociale (4,6%, era 4,7% nel 2023), la quota di popolazione che non può permettersi un pasto proteico è in aumento, passando dall’8,4% del 2023 al 9,9% nel 2024 (quasi una persona su 10)”.
Lo rileva l’Istat in un report sull’insicurezza alimentare riferito al 2024.
Negli ultimi 10 anni – si legge nell’analisi – l’Italia registra un generale miglioramento degli indicatori riferiti al non potersi permettere un pasto proteico e al non avere soldi sufficienti per acquistare il cibo necessario.
Secondo il report Istat, la quota di individui che non possono permettersi un pasto proteico si riduce di quasi 3 punti percentuali (9,9% nel 2024, era 12,6% nel 2014); un miglioramento ancora più marcato (che supera i 6 punti percentuali) si registra per l’indicatore relativo alla quota di individui che dichiarano di non avere soldi sufficienti per acquistare il cibo necessario (nel 2024 scende al 2,7%).
Infine, anche la quota di chi presenta entrambe le difficoltà mostra una contrazione di 3 punti percentuali, attestandosi nel 2024 all’1,1%.
Il miglioramento si registra nonostante, a partire dal 2022, si sia osservato un lieve aumento della quota di coloro che non possono permettersi un pasto proteico. Gli anni 2022 e 2023 hanno visto una crescita eccezionale dei prezzi al consumo, inclusi i beni alimentari, che verosimilmente ha indotto le famiglie a rivedere le proprie scelte di consumo a favore di alimenti non proteici.
In Italia sono quasi 6 milioni gli individui che non possono permettersi un pasto proteico (il 9,9% della popolazione). Le incidenze nel Nord-ovest e nel Nord-est sono in linea con la media nazionale (9,8% e 9,5%, rispettivamente), mentre nel Mezzogiorno si osserva un valore superiore, pari al 12,1%.
Tra gli individui che vivono nelle zone rurali la diffusione del fenomeno è più elevata (12,5%) rispetto agli individui che vivono nelle grandi città (9%), nelle città di medie dimensioni o nelle cinture urbane (9,6%). L’incidenza del fenomeno diminuisce, inoltre, all’aumentare del numero di componenti nella famiglia, soprattutto tra i giovani. Quasi una persona su cinque tra gli under 35 che vivono da soli non può permettersi un pasto adeguato (17,8%), incidenza che scende al 15% tra i single di età 35-64 e al 12,6% tra le persone di età superiore a 64 anni che vivono da sole.
Tra le famiglie con figli minori, quelle monogenitore sono più colpite (13,6%) rispetto alle coppie (9,5%), mentre tra le coppie senza figli l’incidenza è più bassa (8,6%). Le famiglie composte da soli stranieri mostrano un’incidenza quasi doppia (17,9%) rispetto alle famiglie composte da soli cittadini italiani (9,1%).
Contestualmente, il 2,7% della popolazione dichiara di non avere abbastanza soldi per acquistare il cibo necessario, con una punta significativa del 4,3% nel Mezzogiorno. Inoltre, 1 milione 442 mila famiglie (per un totale di oltre 3 milioni 165 mila individui, il 5,4% dei residenti) dichiarano di aver fatto ricorso ad aiuti per avere cibo, abiti o altri beni indispensabili.