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Nel Foggiano si raccoglie il cotone 100% italiano su 280 ettari con una produzione di oltre 40 quintali ad ettaro | Il report di Coldiretti Puglia

Cotone 100% italiano, prodotto su oltre 280 ettari in contrada Valle di Iaccio a San Severo, in provincia di Foggia, nell’azienda agricola Luciani, con prospettive di crescita annuali a due cifre, grazie alla riscoperta della coltivazione da parte del mondo agricolo che si è alleato con la moda, sempre più interessata a tessuti nazionali per le proprie creazioni.

La raccolta è iniziata oggi e, in concomitanza, è stato diffuso da Coldiretti Puglia il report “2025, la rinascita del cotone italiano”.

Con la raccolta partita in ritardo, spiega Coldiretti Puglia, il cotone italiano 2025 è di qualità eccellente, anche per la nuova varietà a fibra lunga e media, con una resa superiore del 15% rispetto allo scorso anno e una produzione di oltre 40 quintali ad ettaro, con quotazioni pari a 180 euro al quintale se biologico e 140-160 euro al quintale se tradizionale, senza che gli agricoltori paghino il seme, la raccolta e il trasporto grazie ai contratti con i grandi brand della moda.

La coltivazione costa tra gli 800 e i 1.000 euro ad ettaro per la concimazione, l’irrigazione e la manodopera. Il cotone inoltre rappresenta una ottima coltura da rinnovo, che consente di allargare le rotazioni con colture da reddito, rispondendo a una esigenza fondamentale, in particolare per l’agricoltura biologica.

La pianta, la Gossypium, appartiene alla famiglia delle Malvacee, teme il freddo e la carenza d’acqua, cresce bene in zone molto esposte al sole e alla luce e si adatta a vari tipi di terreno, basta che non siano troppo compatti e con ristagni idrici che aumentano il rischio di marciume delle radici.

Dopo circa tre mesi dalla semina – spiega Coldiretti – le piante sono già cresciute e hanno l’aspetto di arbusti di media altezza. In cima agli steli ci sono grandi fiori di colore giallo pallido o bianco dai quali arriva il frutto, che è una vera e propria capsula. Quando il frutto è maturo, i filamenti si distendono e la capsula si apre naturalmente liberando una bambagia soffice.

Il cotone, evidenzia Coldiretti, è naturale al 100%, biodegradabile, ecologico e riciclabile, composto al 95% da cellulosa, ipoallergenico, permeabile all’aria e traspirante, e ideale per la tintura e la stampa.

E non è un caso che esista una sola varietà nazionale ufficiale, la Gela, alla quale la ricerca agronomica sta cercando di affiancare altre varietà che ben si adattano al territorio italiano.

Il ritorno del cotone in Italia è anche il risultato della tropicalizzazione del clima che ha già fatto registrare negli ultimi anni l’introduzione di nuove specie coltivate nel Sud Italia come il mango, l’avocado e le banane, e che ha spostato molto a nord l’areale di presenza della coltivazione dell’olivo.

Il cotone, la più importante pianta tessile al mondo, è presente in tutte le aree geografiche con Cina, Stati Uniti, India e Pakistan che sono i maggiori produttori, mentre in Europa viene coltivato in Grecia e Spagna.

Un tempo diffusa anche in Italia, in molte aree della Puglia, della Calabria e della Sicilia, fra l’Agrigentino e la piana di Gela, la coltivazione è stata abbandonata a partire dagli anni ’60 per l’avvento delle fibre sintetiche, lo strapotere del prodotto straniero e il peso dei costi di produzione, considerato che la raccolta all’epoca avveniva esclusivamente a mano.

In Italia, dove le importazioni nel 2022 hanno superato i 212 milioni di chili per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro, la coltivazione del cotone torna alla ribalta per rispondere alla grande richiesta di fibre e tessuti 100% Made in Italy.

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