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Antonio Filosa, CEO di Stellantis: “Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 non sono realistici”

“Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e di divieto di vendita di veicoli con motore a combustione interna entro il 2035 (nell’Unione Europea) non sono realistici così come sono stati definiti”, afferma il nuovo CEO di Stellantis, l’italiano Antonio Filosa, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore e al francese Les Echos.

“Dobbiamo introdurre flessibilità che contribuiscano sia alla decarbonizzazione sia al mantenimento dell’attività industriale”, ha dichiarato il numero uno della casa automobilistica, che guida da meno di un trimestre.

Filosa richiama l’Europa alle sue responsabilità per la crisi di un intero settore: “Il dialogo strategico è molto utile, ma ora è fondamentale agire con urgenza. Non c’è più tempo per ritardi”.

Propone, con l’associazione delle case produttrici europee (ACEA), di costruire un sistema flessibile e aderente alla realtà, che faccia leva su neutralità tecnologica, motorizzazioni ibride e range extended, interventi per il rinnovo del parco auto circolante e supercredit assegnati a e-car e city car.

Il Piano Italia, “voluto dal presidente John Elkann e da me fortemente sostenuto”, rappresenta una opportunità epocale per l’Italia. “I volumi arriveranno dai lanci dei nuovi modelli”, ribadisce Filosa, facendo riferimento alla salita produttiva della nuova Jeep Compass a Melfi, ai modelli sulla piattaforma STLA Medium e alla Fiat 500 ibrida a Mirafiori.

In futuro, ci sarà la Nuova Panda assegnata al sito industriale di Pomigliano, accanto alle vetture prodotte sulla piattaforma STLA Small.

“L’Europa dell’auto valeva circa 18 milioni di immatricolazioni prima del Covid, ora non arriva a 15 milioni. Tre milioni di auto in meno equivalgono al mercato italiano e spagnolo messi insieme, persi in cinque anni”, sottolinea Filosa.

È urgente intervenire sul settore dei veicoli commerciali leggeri, “allungando da tre a cinque anni il periodo nel quale viene calcolata la media delle emissioni di CO2 per i produttori”.

Quanto all’auto, “sarebbe necessario introdurre una categoria nuova, sul modello delle Kei-car giapponesi. Sarebbe un’azione a lungo termine molto interessante. Così l’Europa affronterebbe anche la questione dell’accessibilità economica, grazie a un insieme di misure che prevedono supercrediti per i piccoli veicoli elettrici a batteria (BEV), incentivi basati sull’Ecoscore e misure per rinnovare il parco auto.

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