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Lazio: 5.000 posti di lavoro salvati grazie alla composizione negoziata | L’analisi di Lorenzo Tagliavanti, presidente Camera di Commercio di Roma

Oltre 5.000 posti di lavoro salvati grazie alla Composizione Negoziata. È questo il bilancio, estremamente positivo, dell’applicazione di questo nuovo strumento a Roma e nel Lazio che si è rivelato decisivo per la salvaguardia del tessuto imprenditoriale.

«Le composizioni negoziate — afferma il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavantirappresentano una vera e propria ancora di salvezza per le imprese in difficoltà. Questo strumento ha dimostrato concretamente la sua efficacia nel salvaguardare le aziende, ma soprattutto i posti di lavoro e il valore economico a Roma e nel Lazio. Un sentito ringraziamento va agli oltre 400 esperti che si sono messi al servizio di questo strumento — continua Tagliavanti — perché senza la loro competenza specialistica e la loro dedizione, molte imprese non avrebbero potuto beneficiare di questa opportunità di rilancio».

«Guardiamo al futuro con ottimismo. Le composizioni negoziate — conclude Tagliavanti — continueranno a rappresentare un mezzo strategico per le imprese. Come Camera di Commercio ci impegniamo a promuoverlo attraverso iniziative di informazione e formazione rivolte sia agli imprenditori che ai professionisti».

Trecentocinquantaquattro (354), di cui 124 ancora in essere, le istanze di Composizione Negoziata presentate alla Camera di Commercio di Roma, a quasi quattro anni dall’entrata in vigore. Istanze che valgono un totale di fatturato dell’ultimo esercizio di oltre 3 miliardi e mezzo di euro.

Durante la Composizione Negoziata l’impresa non viene privata della gestione aziendale e del patrimonio, come in una procedura concorsuale. Il legislatore, con questo strumento, ha voluto, quindi, dare fiducia alle aziende che scelgono di presentare domanda, in modo volontario, per risanare la propria attività senza pregiudizio dei creditori.

Questo strumento rappresenta, dunque, un modello virtuoso di gestione della crisi d’impresa, perché permette di proseguire nell’attività durante le negoziazioni e, soprattutto, di preservare i livelli occupazionali attraverso accordi condivisi.

E consente, soprattutto, di ristrutturare i debiti compatibilmente con le capacità dell’impresa di creare ricchezza, salvaguardando il valore dell’azienda e gli asset produttivi.

I settori maggiormente interessati sono: commercio, sanitario, telecomunicazioni e trasporti.

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