Cala di 10 miliardi il debito pubblico a maggio e si attesta a 3.053,5 miliardi. È quanto calcola la Banca d’Italia che riporta il dato nel supplemento statistico “Finanza pubblica: fabbisogno e Debito”.
Nei primi cinque mesi dell’anno — è l’altro dato riportato — le entrate tributarie, calcolate secondo il criterio di cassa, si sono attestate a 213,5 miliardi, con un aumento del 3,3%, pari a 6,8 miliardi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il decremento riflette la diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro, che scendono a 46,2 miliardi calando di 23,2 miliardi, parzialmente compensata dal fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (12,1 miliardi) e dall’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,2 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, la diminuzione del debito è imputabile a quello delle amministrazioni centrali (10,0 miliardi); il debito delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza sono rimasti invariati.
La vita media residua è rimasta stabile a 7,9 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia ha continuato a diminuire, collocandosi al 20,0 per cento (dal 20,2 del mese precedente).
Ad aprile (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti era aumentata al 33,0 per cento (dal 32,4 per cento del mese precedente) mentre quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) era lievemente diminuita al 14,2 per cento (dal 14,3 per cento).
A maggio, infine, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 43,6 miliardi, in aumento dello 0,7 per cento (0,3 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2024.








