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Putin vuole umiliare Trump sconfiggendo Kiev con la forza | L’analisi di Maurizio Molinari

“Il più grande attacco di droni contro l’Ucraina, l’aumento delle forze russe schierate lungo il fronte, l’imminente arrivo dei rinforzi nordcoreani e la provocazione al limite dei cieli polacchi ci dicono che il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha scelto di umiliare la Casa Bianca perché ritiene di poter sconfiggere Kiev con la forza”.

Lo scrive Maurizio Molinari su Repubblica.

“È stata la telefonata di un’ora fra Putin e Donald Trump, avvenuta sei giorni fa, il momento nel quale il rapporto fra i due presidenti è cambiato in peggio.

Fino a quel momento Trump era stato fedele alla promessa fatta agli americani di voler siglare la pace in Ucraina a qualsiasi prezzo, anche imponendo i sacrifici più pesanti a Kiev.

Ma tali e tante aperture e concessioni da parte di Trump hanno avuto l’unico effetto di irrigidire ancor più Putin che continua a dire di voler “disarmare” e “neutralizzare” l’Ucraina.

Perché sente di poter vincere.

Se Trump pensava che l’aiuto ricevuto da Putin nel porre fine alla guerra Iran–Israele potesse essere il segno di una svolta più ampia – osserva Molinari – si è dovuto ricredere quando alcuni suoi collaboratori gli hanno fatto sapere che Mosca ha inviato un team di esperti nucleari a Teheran per studiare come riattivare gli impianti atomici colpiti dai raid di Israele e Stati Uniti.

Se Trump credeva che il passo indietro sulle armi antiaeree a Kiev potesse sedurre il Cremlino, si è trovato nella notte di martedì davanti al più massiccio assalto di droni russi contro le città ucraine.

E se Trump ha immaginato che la minaccia di sanzioni secondarie contro il petrolio russo venduto illegalmente potesse intimorire Putin, ha assistito ad attacchi aerei russi che hanno lambito i cieli polacchi fino al punto da far levare in volo i jet di Varsavia, con le armi innescate.

Da qui il cambiamento di scenario in Ucraina, con il presidente Volodymir Zelensky che improvvisamente ha più carte in mano: concorda con Trump l’arrivo di nuove forniture militari, riceve da Leone XIV l’offerta di ospitare negoziati diretti con la Russia ed oggi a Roma presiede una conferenza sulla ricostruzione che, secondo la Banca Mondiale, può avere un valore complessivo che supera i 500 miliardi di dollari.

È l’eccesso di fiducia di Trump nell’inquilino del Cremlino che ha prodotto l’effetto-boomerang che rafforza Zelensky ma viene anche vissuto dai Paesi Ue che confinano con la Russia — a cominciare da Baltici, Polonia e Finlandia — con il palpabile timore di essere alla vigilia di una prova di forza dell’esercito russo, intenzionato a vincere in maniera talmente netta da imporsi a Kiev ed umiliare la Nato”.

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