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Valentino Valentini, viceministro del Mimit: “Il settore minerario è tornato centrale”

“La rivoluzione green e digitale è anche una rivoluzione minerale” e per questo in Italia c’è “una nuova importanza del settore minerario, che era stato abbandonato in una visione post industriale”.

Lo ha detto Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenendo al simposio nazionale dell’Osservatorio Italiano Materie Prime Critiche Energia (OIMCE).

OIMCE è un’iniziativa nata nel 2023 con l’obiettivo di approfondire il tema dei Critical Raw Materials, diffonderne la conoscenza, definire e condividere proposte di politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile del settore energetico in Italia con un approccio neutrale e basato su criteri scientifici.

“Diceva Kissinger che ‘chi controlla l’energia controlla le nazioni’. Si può dire, parafrasando, che chi controlla le materie prime critiche controlla il campo di battaglia dell’autonomia strategica globale. Sappiamo che il 90% della lavorazione delle terre rare è nelle mani della Cina, che ne fa un elemento di strategia geopolitica, uno strumento di negoziazione. L’Ue ha reagito con il Critical Raw Materials Act che fissa chiari obiettivi, forse non molto ambiziosi, e l’Italia è un attore strategico in 4 dei 47 progetti dell’Ue”.

Da parte sua il Mimit, “ha guidato la trasformazione con il decreto del giugno 2024 che dà una governance moderna, riduce i tempi autorizzativi e la burocrazia e soprattutto prende atto della nuova importanza del settore. Abbiamo creato, in coordinamento con il Mase, il Tavolo nazionale per le materie prime critiche e con il Fondo per il Made in Italy destiniamo soldi alle risorse strategiche. Con il Pnrr abbiamo destinato 50 milioni all’approvvigionamento sostenibile e circolare delle materie prime critiche”.

E il governo sta “firmando e attivando partnership con molti Paesi ricchi di materie prime”.

Per quanto riguarda l’attività mineraria, ha concluso Valentini, “sappiamo che c’è un effetto ‘Nimby’: le comunità temono per l’ambiente e la qualità della vita, ma le nuove tecnologie estrattive e di trasformazione hanno raggiunto standard di sostenibilità impensabili fino a pochi anni fa e c’è una coscienza molto profonda. È poi fondamentale il riciclo avanzato per limitare le nuove estrazioni, trasformando i rifiuti elettronici in risorse strategiche. Su questi temi l’attenzione è altissima, è un settore in transizione e non possiamo restare fermi: la chiave è la tecnologia che come ci ha portato fin qui ci porterà alla soluzione dei problemi. L’unica cosa che non possiamo fare è restare fermi”.

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