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Giù la fiducia dei consumatori, tiene il fatturato | L’analisi dell’Istat

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L’economia italiana tiene, con il fatturato delle imprese che, fra dati altalenanti, resta positivo di fronte alla tempesta innescata dai dazi di Trump.

Ma i consumi rischiano: la fiducia delle famiglie scende, quella delle imprese “migliora in tutti i settori ad eccezione del commercio al dettaglio”, dice l’Istat suscitando l’allarme delle associazioni.

Prometeia tira le somme: l’Italia “sta mostrando un’inaspettata resilienza” ma la crescita rallenterà da 0,3% a 0,1% nel secondo trimestre, la stima di uno 0,6% per quest’anno deriva per uno 0,4 dagli aiuti europei del Pnrr e poggia sullo scenario “gestibile” ma tutto da confermare di dazi Usa a circa l’11%.

Alta incertezza legata, dunque, al negoziato commerciale Usa-Ue e all’evoluzione nei teatri di guerra e con l’incognita — dice Prometeia — di “cosa sosterrà la crescita una volta venuto meno l’impulso del Pnrr”.

La risposta secondo il centro studio bolognese potrebbe arrivare dai piani di spesa infrastrutturale tedeschi e dalla difesa Ue.

Con l’export in negativo da marzo e il saldo commerciale tornato in negativo dopo due anni, una mano la darà la politica monetaria che si fa espansiva, purché le quotazioni del petrolio non tornino ad infiammarsi: la Bce potrebbe restare ferma a luglio e tagliare ancora a settembre, a vengono in aiuto delle ‘colombe’ i dati d’inflazione come i prezzi alla produzione italiani, in netta frenata a 1,7% a maggio 2,6% ad aprile secondo l’Istat.

I dati dell’istituto statistico disegnano in chiaroscuro gli effetti dello scenario globale sull’economia italiana.

Il fatturato delle imprese, ad aprile, registra una “dinamica positiva”, spiega l’Istat: è in crescita sia su mese che su anno e in termini congiunturali l’aumento in volume è dell’1,6% per l’industria e dello 0,4% per i servizi.

A giugno, invece, il clima di fiducia dei consumatori torna a scendere da 96,5 a 96,1, quello delle imprese sale da 93,1 a 93,9.

In entrambi casi l’andamento è altalenante, e quello delle imprese è un indice “composito” che racchiude un rialzo nel manifatturiero, nei servizi e nelle costruzioni, e un ribasso invece nel commercio al dettaglio.

Se sul lato dei numeri e dei mercati l’Italia tiene — oggi il Mef ha venduto 8,5 miliardi di debito senza difficoltà e con tassi in calo sul Btp decennale visto lo spread ora sotto i 90 punti base — ad avere timori è soprattutto il commercio: le vendite al dettaglio si sono appena risollevate, ad aprile, dopo mesi in rosso.

Secondo Confesercenti “si conferma un andamento incerto e altalenante della fiducia dei consumatori, in atto da tempo ma aggravato anche dalle preoccupazioni legate al contesto internazionale” e con un calo complessivo di 1,6% nel trimestre aprile-giugno rispetto a un anno prima.

La speranza dei negozi e della grande distribuzione è rivolta ai saldi e alle spese per la stagione estiva ormai iniziata.

Confcommercio spiega che a pesare, con il mercato del lavoro italiano solido, è il quadro internazionale, ma non nasconde che “questa situazione possa continuare a limitare le potenzialità di crescita della domanda per consumi, ritardando la tanto attesa ripresa”.

Più tranchant il giudizio delle associazioni dei consumatori.

Per il Codacons il calo del clima di fiducia dei consumatori a ridosso delle ferie estive è “un segnale preoccupante” che rischia di impattare sui consumi.

Parla di un “dato pessimo” di fiducia l’Unione nazionale consumatori.

E Federconsumatori parla di “dati allarmanti” che confermano condizioni delle famiglie sempre più precarie “con una corsa agli sconti, a prodotti di bassa qualità e spesa ai discount”.

Insomma “una vera e propria emergenza, di fronte alla quale risulta assordante il silenzio del Governo sulla crescente sofferenza economica delle famiglie e sulla preoccupante crescita delle disuguaglianze”.

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