“Rischiamo un 20% di gas e un 30% di petrolio in meno. L’Italia ha le risorse per sostituire il flusso che verrebbe a mancare. Ma certamente pagheremmo l’aumento del prezzo, con l’aggiunta di una speculazione ‘cattiva’”.
Così Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in un’intervista su La Verità, parla dei rischi per l’Italia di una chiusura dello stretto di Hormuz.
“Se vi fosse un’emergenza, dovremmo usare mezzi straordinari. Le strade allo studio sono due: modalità tecniche e ricorso al bilancio dello Stato. Disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’elettricità, per proteggere i consumatori dai bruschi sbalzi del mercato. Fornire alle imprese sconti sui prezzi, con modalità di restituzione nei decenni successivi, autorizzare contratti a termine”.
Più “difficile”, invece, creare un coordinamento tra i mercati europei del gas “perché i Paesi hanno situazioni diverse”.
Il carbone? “Dal punto di vista energetico, il carbone è un po’ la riserva aurea. Non c’è convenienza ad utilizzarlo, ma non lo puoi eliminare. Chi si fida, in quadro geopolitico come quello di oggi, a gettare via una riserva di sopravvivenza? È il nostro fondo di emergenza”.








