In Sardegna il 32,9% dei bambini e adolescenti vive in povertà relativa, dieci punti sopra la media nazionale.
Lo rileva il nuovo rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presentato in Consiglio regionale.
Peggiorano anche i dati su esclusione sociale (41,1%) e condizioni abitative: quasi metà dei minori vive in case sovraffollate, il 30,5% in abitazioni con problemi strutturali.
L’Isola registra il tasso di natalità più basso d’Italia (4,6 nati ogni mille abitanti) e la più bassa quota di popolazione under 18 (12,7%).
Solo il 2,8% delle famiglie è numeroso, mentre quelle monogenitoriali toccano il 22,5%, il dato più alto a livello nazionale.
Allarmante anche l’abbandono scolastico: il 17,3% dei giovani lascia gli studi dopo le medie.
Il 58% ha competenze inadeguate in matematica e solo il 15% degli edifici scolastici è agibile.
Positivi i dati su sport (62,8%) e lettura (52,4%).
In aumento i posti nei nidi e i minori stranieri non accompagnati, saliti a 205 nel 2024.
Criticità anche in sanità: calano i pediatri, le vaccinazioni sono sotto la media e la speranza di vita si ferma a 82,5 anni.
L’ambiente resta un punto di forza con bassa esposizione all’inquinamento.
La garante per infanzia e adolescenza Carla Puligheddu parla di “quadro disastroso” e chiede l’istituzione di un osservatorio regionale.
Il presidente del Consiglio regionale Comandini sottolinea la necessità di politiche a sostegno delle famiglie e maggiore accoglienza verso i minori stranieri.








