Nel mondo delle imprese, la cybersecurity sta diventando sempre più una leva strategica per la competitività e la creazione di valore, con più della metà (52%) delle aziende italiane che prevede un aumento degli investimenti entro i prossimi due anni e una sempre maggiore integrazione del tema cyber nelle discussioni del Board aziendale, che nel 69% dei casi viene affrontato su base almeno mensile (26% almeno settimanale).
È quanto emerge dalla Global Future of Cyber Survey 2025, la quarta edizione della ricerca condotta da Deloitte a livello globale, che ha raccolto le opinioni di oltre 1.200 executive e C-level in ambito cyber, tra cui 54 top manager italiani appartenenti a grandi imprese attive in diversi settori.
“In un contesto di mercato sempre più digitalizzato – commenta Matthew Holt, Cyber Leader di Deloitte Central Mediterranean – le imprese italiane devono operare in uno scenario di cybersecurity in continua evoluzione, contraddistinto da sfide complesse ma anche da nuove opportunità per incrementare ulteriormente il valore di business. Oggi la cybersecurity è riconosciuta non solo come un elemento di difesa delle infrastrutture digitali, ma anche in qualità di fattore abilitante per la digital transformation e la competitività delle imprese sul mercato: la protezione dei dati critici, degli asset e del know-how aziendale, insieme all’integrità della fiducia e della reputazione agli occhi dei clienti, sono infatti elementi determinanti per una crescita consolidata nel lungo periodo”.
Dalla survey emerge come la cybersecurity non venga più percepita esclusivamente come un sistema di difesa, ma come un fattore strategico determinante per la competitività delle imprese. In particolare, in quasi 7 aziende italiane su 10, il tema cyber viene discusso a livello di Board almeno una volta al mese, e in oltre il 26% dei casi la discussione avviene su base settimanale.
Un dato che conferma una gestione del rischio cyber sempre più strutturata e proattiva, e che sarà ulteriormente accentuato con l’introduzione delle responsabilità in capo ai membri degli organi di amministrazione e direttiva, come regolamentato dalla nuova direttiva NIS2.
A rafforzare questa evidenza, il 70% dei rispondenti italiani si dichiara molto fiducioso nella preparazione del proprio Board nel trattare questioni legate alla cybersecurity.
Questi risultati confermano che, per molte imprese, l’attenzione del top management è ormai orientata a integrare il tema cyber nella strategia complessiva, a tutela non solo della sicurezza, ma della sostenibilità e della reputazione aziendale.
Tra le barriere all’implementazione della strategia cyber, gli intervistati segnalano la difficoltà ad assumere e mantenere i talenti e il personale specializzato, nonché ad armonizzare le esigenze di cybersecurity con quelle relative all’agilità e alla capacità di innovazione dell’impresa.