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Gianluca Trequattrini, segretario del direttorio Banca d’Italia: “Sull’IA il futuro non è scritto: va governata”

TREQUATTRINI-11-giugno-2025

“Sull’intelligenza artificiale il futuro non è già scritto. Dipende da come governiamo oggi questa transizione. Il paradigma dell’automazione deve lasciare spazio a una nuova visione strategica: quella del lavoro aumentato, in cui l’intelligenza artificiale affianca e potenzia il contributo umano, come avvenne all’epoca della Rivoluzione Industriale, quando l’uso delle macchine fece crescere la produttività dei lavoratori”.

Lo ha affermato Gian Luca Trequattrini, segretario del direttorio della Banca d’Italia, nel suo intervento al congresso nazionale del sindacato dei bancari First Cisl.

“Non sappiamo ancora con certezza quale sarà l’impatto finale dell’intelligenza artificiale sul lavoro, ma è evidente che sarà profondo; potrà generare nuove opportunità, ma anche nuove disuguaglianze. Quel che appare certo è che l’effetto complessivo dipenderà dall’equilibrio tra aumenti di produttività e creazione di nuove attività; storicamente, il progresso tecnologico ha creato nell’immediato vincitori e vinti, ma nel lungo periodo ha generato più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti” – ha aggiunto.

“Credo che il ruolo del Sindacato sia di presidiare questo cambiamento: promuovendo formazione, garantendo equità, difendendo i diritti e proponendo regole nuove per un mondo del lavoro che cambia rapidamente, per costruire un ecosistema accessibile, integrato e competitivo. L’eccessiva influenza di un ristretto numero di grandi imprese tecnologiche rischia, infatti, di compromettere i vantaggi sociali dell’innovazione, aumentando le disparità, danneggiando il benessere collettivo e creando vulnerabilità sistemiche” – dice ancora Trequattrini.

“L’intelligenza artificiale non può sostituire il giudizio umano, la responsabilità, la solidarietà. La tecnologia può essere uno strumento potente, ma non deve mai diventare un fine. Insieme possiamo costruire un lavoro più giusto, anche nell’era digitale, nella consapevolezza che, nonostante l’automazione crescente, il ruolo umano resta centrale: la tecnologia non può sostituire il giudizio e la responsabilità degli organi societari, dei lavoratori e dei supervisori. Le decisioni critiche non possono e non devono essere affidate esclusivamente agli algoritmi” – ha concluso.

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