C’è ancora un’alta percentuale di occupati in Italia con bassi livelli di formazione, ma in netta discesa rispetto a qualche anno fa: si è passati infatti dal 45% del 2000 al 26% del 2024.
Considerando, invece, la dinamica del nostro Paese in relazione alla formazione più alta, e soprattutto a quella universitaria, si è passati nel primo caso dal 42 al 47% negli ultimi 25 anni, e nel secondo dal 13% al 27% del totale degli occupati.
I dati emergono dalla ricerca “Raccontare il mercato del lavoro in Europa: come il grado di specializzazione economica e tecnologica influenza la qualità della domanda di lavoro” di Paolo Maranzano (Università degli Studi di Milano-Bicocca) e Roberto Romano (Associazione Economia & Sostenibilità), in pubblicazione sulla rivista Economia & Lavoro nel numero 2 di settembre, e presentata in anteprima dalla Fondazione Articolo 49, che promuove progetti educativi per la formazione di cittadini consapevoli, in occasione dell’evento “In classe: giovani, scuola e lavoro per l’Europa che cambia”, svoltosi alla Camera dei Deputati.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con il Parlamento Europeo.
Numeri, quelli della ricerca, che si inseriscono in un contesto più ampio che prende in considerazione i quattro Paesi perno dell’Unione europea – Germania, Spagna, Francia e Italia – e da cui emerge che negli ultimi 20 anni c’è stato un progressivo miglioramento dell’occupazione tra laureati e diplomati.
Più ricerca e sviluppo, migliore la dinamica quali-quantitativa dell’occupazione.
Se l’Italia, secondo una rielaborazione su dati Eurostat, mantiene ancora una percentuale troppo alta di occupati con bassi livelli di formazione, seppure in netta discesa, la Francia è il Paese che occupa meno persone con istruzione primaria e secondaria inferiore, passando dal 30% del 2000 al 12% del 2024.
La Germania si conferma per una forte stabilità dei livelli intermedi (50% del totale), e con una forte crescita dell’occupazione di soggetti con educazione terziaria (diploma di laurea o superiore), pari al 37% nel 2024.
Differenze retributive. Il livello di istruzione genera anche una differenza retributiva significativa.
Se confrontiamo i valori del 2022 con quelli del 2018, in tutti i Paesi analizzati e per tutte le fasce di istruzione si registrano aumenti, seppur con evidenti disparità tra i Paesi.
Infatti, mentre in Germania i salari orari sono aumentati mediamente dell’11% per i lavoratori con formazione universitaria e del +13% per quelli con un livello di formazione bassa e intermedia, in Francia e Spagna l’aumento è compreso rispettivamente tra il +5% e il +13%.
L’Italia è l’unico dei quattro Paesi ad aver registrato variazioni inferiori al +3% per ogni livello educativo.
Se analizzata in termini percentuali, la differenza nelle retribuzioni medie orarie aumenta al crescere dei livelli educativi in tutti e quattro i Paesi considerati.
La distanza retributiva tra i lavoratori tedeschi con educazione universitaria e quelli con educazione bassa è del 141%; in Spagna del 76%; in Francia del 74% e in Italia dell’81%.
Le differenze sono principalmente legate alla specializzazione produttiva che “premia” i profili professionali con maggiore competenza e istruzione.
Questione di genere. La differenza di genere nella retribuzione rimane un tema importante per tutti i Paesi considerati e aumenta al crescere dei livelli educativi.
Eppure, molto significativo è il contributo delle donne che, passo dopo passo, emergono come il motore del cambiamento quali-quantitativo dell’occupazione.
In tutti e quattro i Paesi considerati, la percentuale di donne occupate tra i livelli educativi più alti registra tassi di crescita maggiori rispetto a quelli degli uomini.
In particolare, sono le donne con qualifica 5-8 (istruzione universitaria) a registrare un miglioramento sul totale dell’occupazione.
In Germania la presenza femminile ai livelli più alti di istruzione passa dal 9 al 14% del totale dell’occupazione tra il 2000 e il 2020; in Spagna dal 12 al 24%; in Italia passa dal 5 al 14%; in Francia dal 12 al 25% del totale dell’occupazione.
I contest e le scuole premiate. Sono stati 30.000 gli studenti italiani di ogni ordine e grado coinvolti quest’anno nei cinque progetti educativi e nei quattro contest realizzati da Fondazione Articolo 49 e promossi dalla piattaforma InClasse.
Valori della Costituzione, corretti stili di vita, orientamento agli studi, mondo digitale e sostenibilità: questi i temi al centro dei percorsi pensati per costruire cittadini attivi e consapevoli.
Nel corso dell’evento alla Camera sono stati premiati 12 elaborati su oltre 700 ricevuti dalle scuole di tutta Italia.
“Crediamo fermamente nell’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della sostenibilità. Siamo orgogliosi di aver partecipato a questo progetto, che ci ha permesso di mostrare ai ragazzi come le pompe di calore elettriche, un’eccellenza italiana, siano fondamentali nella transizione energetica necessaria per affrontare la crisi climatica. Abbiamo fatto vedere loro come la tecnologia a servizio del comfort si sia evoluta e, di conseguenza, come stiano cambiando le professioni del futuro”, ha detto Claudio Carano, head of public affairs & corporate communication di Clivet SpA, che sostiene il progetto “Gea Edu, Idee per il futuro – Meet Europe: Nuove professioni e politiche di coesione”.
“Un’iniziativa eccellente a cui abbiamo dato il nostro fattivo supporto in qualità di Agenzia di Viaggi perché riteniamo e crediamo che, per fare crescere i viaggiatori di domani, una buona educazione alimentare è una perfetta base formativa per far conoscere anche i diversi sapori dal mondo. Ci piace pensare che mangiare bene come viaggiare bene siano entrambe fonti di grande benessere fisico e mentale”, ha detto Glauco Auteri, general manager di Roncalli Viaggi, che sostiene i progetti “Mi piace un mondo – Le buone abitudini cominciano da piccoli” e “Online, Onlife – Guida all’uso consapevole del digitale”.
“Sostenere Gea Edu significa per noi investire concretamente nelle nuove generazioni”, ha dichiarato Francesca Anna Salmaso, responsabile marketing e comunicazione di iN’s Mercato. “Essere parte della giuria è stato un modo per valorizzare l’intelligenza, l’impegno e la creatività di tanti ragazzi e ragazze che hanno saputo immaginare un futuro più sostenibile. È questo il senso più profondo della nostra responsabilità sociale: contribuire a generare impatto positivo nei territori che ogni giorno serviamo, con uno sguardo attento alle esigenze delle comunità e alle sfide ambientali e sociali del nostro tempo” ha detto Francesca Anna Salmaso che sostiene il progetto Gea Edu, Idee per il futuro – Meet Europe: Nuove professioni e politiche di coesione.
“Abbiamo scelto di sostenere un progetto in linea con i valori di Carni Sostenibili. Da sempre crediamo nell’importanza di diffondere i principi di una sana alimentazione e di promuovere stili di vita attivi. È stato fondamentale avere l’opportunità di informare i più giovani, perché con loro si gioca la grande sfida dell’educazione alimentare e della prevenzione. In questo percorso, abbiamo voluto far conoscere come la dieta mediterranea non escluda alcun alimento e riconosca il ruolo delle proteine animali in una dieta bilanciata. Infatti, carne, latte, uova e pesce rappresentano un prezioso gruppo di alimenti, ricco di proteine complete, vitamine e minerali quali ferro, zinco e vitamina B12, essenziali per la crescita, lo sviluppo e la salute.”
“I lavori dei ragazzi ci hanno sorpreso per il loro approccio curioso e non convenzionale, hanno saputo essere creativi raccontando l’importanza di un’alimentazione sana e genuina, dimostrando di avere chiari i principi alla base di una corretta nutrizione. Proprio per questo crediamo che fornire informazioni corrette sull’alimentazione sia un passo cruciale per mettere tutti in condizione di scegliere consapevolmente cosa e come mangiare, evitando di cadere vittima di mode dannose e fake news pericolose” hanno detto da Carni Sostenibili, che sostiene il progetto Mi piace un mondo – le buone abitudini cominciano da piccoli.