Giacomo Vigna, Dirigente Divisione XIII – Agroindustria, industrie culturali e creative, industria del turismo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha partecipato all’evento “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 28 maggio 2025 a Roma.
Il dr. Vigna ha portato il suo contributo come relatore al panel: “La visione degli operatori del turismo e le infrastrutture al servizio del turismo (oltre il Giubileo)” moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Trovati.
Oggi è un appuntamento importante, anche perché questo ci ha dato nell’ambito del think tank la possibilità di parlare della postura del Governo, che per quota parte rappresento lavorando all’amministrazione del Ministero del Made in Italy, e della postura nazionale su quello che deve accadere con il brand Made in Italy, il brand Lazio, il brand Roma.
Abbiamo parlato della possibilità di una collaborazione tra privato e pubblico, che sia quella prevista dalla legge o sia quella raziocinante prevista da comunanze di intenti, che prevedono, per quanto mi riguarda, la realizzazione di uno degli assi del piano strategico turistico nazionale, e cioè il fatto che si crei un prodotto basato non sull’individualità, ma sull’insieme di un’azione sinergica tra tanti privati, tanta parte pubblica coinvolta, in modo tale che il mercato internazionale a cui ci rivolgiamo per offrire oggi e domani i nostri servizi, la nostra identità culturale, il nostro Paese, e poi a scendere declinando fino a Roma, sia fatto con forza, con un qualcosa che non è indirizzato a una nicchia, ma all’insieme di nicchie altospendenti del mondo.
La chiave che è importante in questa ottica, quella del turismo, è una chiave che crea uno sviluppo economico, che crea occupazione, di cui veramente l’Italia può essere fiera, perché qualunque parte dell’Italia può essere coinvolta nell’ottica della cultura e del turismo. Questo è talmente incluso nella cultura nazionale che è un savasandir, nel senso che l’Italia è tutta straordinaria, tutta straordinariamente visitata e tutto ciò che lega l’Italia alla sua capacità di attrazione turistica in qualche maniera è identitario.
Non si viene qui solo per la bellezza della nostra cultura, dei nostri musei, delle nostre collezioni, delle nostre opere, si viene qui anche per mangiare bene, per un turismo termale, si viene sempre di più per eventi sportivi, quindi c’è il turismo sportivo e tutto questo è di riflesso soft power che ha l’Italia in quanto istituzione che parla di sé al mondo e hanno gli italiani che vivono nel mondo.