Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Il campo largo che si è ristretto | L’analisi di Alessandra Ricciardi

“Non solo sulla difesa, ma anche sul lavoro, il centrosinistra non riesce a stare nello stesso campo”.

Alessandra Ricciardi su Italia Oggi parla di “campo largo che si è ristretto”, facendo notare che “ai referendum dell’8 e 9 giugno promossi dalla Cgil, 4 di abolizione di norme del Jobs act e uno per ridurre da 10 a 5 anni il periodo necessario per chiedere la cittadinanza italiana, M5s voterà sì ai 4 sul lavoro, lasciando libertà di scelta sulla cittadinanza, +Europa è per il sì sulla cittadinanza, sì al quesito sugli appalti e per il no agli altri 3 sul lavoro.

Matteo Renzi, leader di Italia viva, da segretario del Pd padre politico della riforma contro cui oggi si schiera la Cgil, difende il Jobs act, voterà solo sulla cittadinanza fast. Sì alla cittadinanza e no ai referendum sul lavoro anche da parte di Carlo Calenda e Azione.

E il Pd? Formalmente il partito di Elly Schlein appoggia tutti e 5 i quesiti, in piena consonanza con il sindacato di Maurizio Landini, e si è mobilitato perché sia raggiunto il quorum necessario per dichiarare valido il risultato, quale che esso sia.

Un’impresa che già sulla carta appare improba: in Italia, infatti, negli ultimi 28 anni e su 9 referendum abrogativi, solo uno, nel 2011, quando si votò sul nucleare, l’acqua pubblica e il legittimo impedimento, ha visto la partecipazione del 50%+1 degli aventi diritto al voto.

L’ala riformista del Pd, già in sofferenza sulle scelte europee, si è ribellata, uscendo allo scoperto con una lettera aperta a Repubblica a firma di Giorgio Gori, Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Pina Picierno, Lia Quartapelle e Filippo Sensi: “Voteremo sì al referendum sulla cittadinanza e sì al quesito sulle imprese appaltanti. Ma non voteremo gli altri 3 quesiti”, giudicati un passo indietro rispetto alla riforma, incapaci di risolvere i problemi odierni del settore.

Complicato declassare il tutto a scelte personali. È sempre più evidente che il Pd a guida Schlein è un nuovo Pd, che ha fretta di chiudere con il passato riformista. E lo fa su un settore chiave quale quello del lavoro. La consonanza con la Cgil è massima, meno con gli altri partiti del presunto fu campo largo.

In queste condizioni – conclude – per il centrosinistra e lo stesso Partito democratico diventa sempre più difficile presentarsi come validi costruttori di una reale alternativa di governo.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.