Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia, è intervenuto in qualità di relatore all’evento Sud Chiama Europa, organizzato a Napoli il 9 maggio 2025 dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia e patrocinato dal Comune di Napoli.
Il dr. Fontana ha portato la sua testimonianza nel panel “La sfida dell’export“, moderato dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Vera Viola.
L’Italia riparte, riparte dal sud, riparte da un sud che è competitivo, riparte da un’Europa. Abbiamo bisogno di più Europa, mai come in questo periodo ci siamo resi conto che c’è bisogno di una politica europea, una politica anche industriale, una politica energetica, una politica che non può essere una politica regionale della Puglia o della Campania o del sud o dell’Italia, ma deve essere una politica europea, una politica industriale europea, una politica energetica europea che consenta alle nostre imprese di essere più competitive.
Dal mio osservatorio di Presidente di Confindustria Puglia, guardando le 2200 imprese che sono iscritte alla nostra Confindustria, quelle che crescono sono quelle che hanno puntato su innovazione, ricerca e soprattutto internazionalizzazione, quindi l’export è fondamentale. In un momento così complicato come quello in cui c’è qualcuno che mette dei dazzi e che invece di costruire ponti, di pensare alla pace, ai buoni rapporti economici, costruisce dei muri, le imprese devono puntare a trovare altri mercati, a continuare a lavorare sull’internazionalizzazione, sull’export. L’export diventa fondamentale per le nostre imprese ed è veramente un punto di eccellenza perché nel nostro sud nonostante tutte le difficoltà ci sono delle imprese che stanno andando molto bene, veramente nonostante le difficoltà, quindi bisogna puntare sull’export in maniera fortissima ed è quello che noi chiediamo alle nostre imprese.
Per fare questo abbiamo necessità ancora una volta di avere la possibilità di essere competitivi perché per esempio quando abbiamo un costo dell’energia così elevato come quello che abbiamo in Italia, non siamo competitivi, non riusciamo a essere competitivi, lo siamo grazie al fatto che abbiamo delle imprese medio-piccole che riescono a cambiare mercato, a cambiare direzione in maniera rapida e veloce rispetto alle grandi multinazionali.
Avere un tessuto di aziende piccole e medie nel nostro tessuto produttivo così elevato in alcuni casi è uno svantaggio, in questa situazione qua è un vantaggio perché abbiamo delle aziende che sono piccole ma versatili, che riescono veramente a trovare altri sbocchi, altri mercati e stanno già guardando al far east, al middle east, alla Cina, all’India, ai paesi arabi come paesi in cui esportare. Siamo già una potenza esportatrice importantissima, siamo al quarto posto a livello mondiale ma dobbiamo puntare sull’internazionalizzazione, su questo dobbiamo lavorare come, lo dico in qualità di Presidente di Confindustria Puglia, ma da imprenditore del nostro Sud.
È fondamentale che le istituzioni ci siano perché noi dobbiamo esportare merce e attrarre capitale umano, dobbiamo fare solo questo, l’impresa del Sud deve fare solo questo, esportare e vendere merce che significa vendere un prodotto che sia sul mercato, che quindi sia un prodotto tecnologicamente valido, appetibile, interessante, quindi un prodotto che sta sul mercato italiano e destro, quindi esportare merce e dall’altra parte attrarre capitale umano, avere delle persone che possono tornare dopo aver studiato fuori i nostri figli, che possono restare perché pensano che da noi si può vivere bene o che possono venire a lavorare da altri paesi del Mediterraneo o possono decidere di venire a lavorare da noi.
Per far questo abbiamo necessità assoluta, non ce la facciamo da soli come imprenditori, ma abbiamo necessità assoluta che tutto il sistema funzioni, che ci sia una digitalizzazione, che ci sia una connettività che deve migliorare, che ci sia per esempio sotto il profilo della sanità, della sicurezza, della gestione della rispubblica, della salute. Se abbiamo un sistema attrattivo riusciremo ad attrarre capitale umano, a far sì che i nostri ragazzi riescano a creare ricchezza e valore nel nostro territorio.