Maurizio Carucci, giornalista di Avvenire, è intervenuto in qualità di moderatore all’evento Sud Chiama Europa, organizzato a Napoli il 9 maggio 2025 dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia e patrocinato dal Comune di Napoli.
Maurizio Carucci ha moderato il panel “Energia e progettualità comunitarie“.
Riportiamo di seguito il testo della sua intervista.
Il ruolo del Mezzogiorno nella sfida europea è sicuramente all’attenzione del dibattito italiano, ma lo è da qualche tempo, anche perché con il PNRR finalmente il 30% dei fondi europei sono destinati al Sud, la ripresa e la resilienza dal Mezzogiorno possono interessare tutta l’Italia e tutta l’Europa, il problema è che bisogna saperli spendere questi fondi.
Io mi rendo conto che mancano delle professionalità che siano in grado anche per questioni politiche, di mettere sul tavolo dei progetti che servono a far crescere ancora di più il Sud, anche le ultime affermazioni dell’Istat e le rilevazioni dell’Istat ci dicono che il Sud sta crescendo, c’è anche un problema però di giovani che vanno via dal Sud, bisogna attrarre giovani, bisogna trattenere i giovani del Sud, perché nei nostri territori non manca nulla, forse manca più una politica che sia in grado di attrarre i giovani per merito, forse è questo il grande problema del Sud.
C’è un dato interessante che riguardava la produzione di energia dalle rinnovabili, fino a qualche anno fa la Germania che ha certamente meno ore di sole rispetto all’Italia e al Sud produceva più energia dall’eolico, credo che ora questa inversione di tendenza sia sotto gli occhi di tutti, almeno spero, perché anche con diversi fondi e risorse europee e regionali abbiamo più pannelli fotovoltaici, abbiamo più parchi eolici, abbiamo tutta una produzione di energia alternativa che può fare al gioco del Sud, ma credo che anche qui sia un problema di sensibilità. Nel nostro panel è venuto fuori che sono ancora poche le diocesi che hanno aderito a questo protocollo d’intesa, voluto dalla CEI ma voluto anche dall’ANCI, e quindi forse ci sarebbe bisogno di una maggiore volontà e maggiore adesione da parte di tutti gli istituzioni religiose e politiche.
Il nuovo Papa ha scelto un nome importante perché Leone XIII era stato l’autore della prima Enciclica sociale, la madre della dottrina sociale della Chiesa, la Rerum Novarum. E per me che mi occupo di economia e lavoro, credo che sia anche un’indicazione di come si debba ritornare veramente al centro e riportare al centro l’uomo. Credo che anche per esempio la legge d’iniziativa popolare della CISL sia importante in questo senso, che riprende anche un po’ le varie incicliche sociali e quella di Leone XIII della Rerum Novarum, della partecipazione dei dipendenti alla gestione della società. E quindi c’è questa volontà di far crescere le aziende, di vivere l’azienda come una comunità.








