Antonio Polito sul Corriere della Sera definisce gli Usa di Trump come di ‘una luce offuscata sul mondo’:
“La richiesta di restituire alla Francia la Statua della libertà, avanzata qualche giorno fa da Raphaël Glucksmann, leader emergente della sinistra liberale transalpina, è evidentemente provocatoria. Ma non manifestamente infondata.
È infatti la stessa amministrazione Trump, con atti e dichiarazioni di principio, a darle una sua ragionevolezza. Non intendiamo certo discutere da qui lo stato della libertà degli americani nella loro grande democrazia. Ma – osserva Polito – il nome completo di quella Statua, che contiene anche la ragione per cui i francesi la donarono agli Stati Uniti in occasione del centenario della Dichiarazione di indipendenza, è La Libertà che illumina il mondo.
Ed è appunto quella luce globale, la capacità della democrazia americana di essere un faro di civiltà per il mondo intero, che la presidenza Trump ha già considerevolmente offuscato.
Consideriamo tre fatti.
Il primo è la sospensione di UsAid. L’agenzia di cooperazione, fondata 64 anni fa da John Kennedy, è stata a lungo il volto buono e umano del cosiddetto «imperialismo americano». Perché portava aiuti umanitari e assistenza allo sviluppo in cento Paesi poveri della Terra.
Il secondo blackout della fiaccola di Lady Liberty, appena imposto dall’amministrazione Trump, è la chiusura di Voice of America (insieme con Radio Free Europe e Radio Free Asia). Fondata nel 1942, era fatta per rendere il mondo più libero, per fornire news affidabili a chi non ne disponeva. Ora sulle sue frequenze è silenzio, o musica e canzonette.
Terzo indizio di oscuramento (o se preferite oscurantismo): la deportazione di centinaia di stranieri espulsi dagli Stati Uniti esibita come forma di umiliazione pubblica, fino al raccapricciante video «postato» da Trump che mostra duecentocinquanta venezuelani incatenati mani e piedi, fatti inginocchiare per essere rasati e condotti nelle celle piegati a 90 gradi.
Alla base della Statua della libertà, all’ingresso di New York – conclude l’editorialista – c’è ancora la lapide con i versi scritti da Emma Lazarus, una poetessa statunitense di origini ebraiche,
Le «antiche terre» che scaricavano «rifiuti miserabili» (citate nei versi ndr) erano quelle dell’Europa.
Dal 1886 una fiaccola prese a illuminare in America la via della libertà per il mondo intero. La sua luce sopravviverà a Donald Trump”.








