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I conti pubblici sono migliori grazie alla pressione fiscale | L’analisi di Sergio De Nardis

I conti nazionali Istat sul 2024 rivelano che il Piano strutturale di bilancio (Psb), redatto a settembre dal Mef, aveva sovrastimato la crescita reale, che si è attestata allo 0,7% anziché all’1% prospettato dal governo, ma aveva sottovalutato l’inflazione, risultata del 2,1% in termini di deflatore del Pil, invece dell’1,9% previsto sei mesi fa.

I due errori si compensano quasi perfettamente, tanto che il Pil nominale – variabile chiave per la finanza pubblica – risulta praticamente uguale nelle stime governative di settembre (+2,9%) e nel consuntivo Istat appena pubblicato. In realtà, il livello è leggermente più basso perché l’Istat ha rivisto al rialzo dello 0,1% il Pil del 2022, un dato che il Mef non poteva conoscere a settembre.

Dati questi presupposti – con il Pil nominale in linea con le attese – sorge spontanea la domanda: perché la finanza pubblica è risultata migliore del previsto? L’avanzo primario, pari allo 0,4% del Pil, è stato più alto di 0,3 punti rispetto a quanto programmato nel Psb.

Il motivo principale è l’aumento della pressione fiscale (contributi sociali, imposte dirette, indirette e in conto capitale in rapporto al Pil), che tra il 2023 e il 2024 è cresciuta di 1,6 punti, anziché degli 0,7 punti previsti nel Psb. Va considerato che su questo incremento ha inciso un abbassamento del livello della pressione fiscale nel 2023, rispetto a quanto noto al governo. Tuttavia, anche al netto di questo effetto base, il risultato evidenzia una pressione fiscale più forte.

Due voci hanno contribuito maggiormente al miglior andamento delle entrate fiscali, pur a Pil nominale invariato: i contributi sociali e, soprattutto, le imposte dirette.

In definitiva, la tenuta dell’occupazione (nonostante la crescita reale modesta) e un effetto di drenaggio fiscale – ovvero un gettito d’imposte più elevato causato dall’inflazione – superiore a quello previsto dal governo a settembre, sono i principali fattori alla base della migliorata situazione della finanza pubblica.

Nel complesso, si registra una crescita economica debole, influenzata anche dal consolidamento fiscale, mentre i conti pubblici appaiono migliori grazie all’aumento dell’inflazione e alla resilienza dell’occupazione.

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