“Siamo di fronte a un salto della storia, a un trauma, alle conseguenze di quello che si può chiamare il ventennio perduto. Nessun governo nazionale può farcela da solo. Serve l’Europa, ma un’Europa che si allinei alla natura dei problemi. Serve un esercito comune”.
Lo sottolinea il giurista ed ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un’intervista a Il Foglio.
“L’Europa si era già autorottamata – aggiunge Tremonti –. Il trauma l’ha prodotto con il suo “ventennio perduto”. L’Europa si è rottamata con l’eccesso di regole, dall’impatto devastante. Austerità, mercato unico, pensiero unico ed errore unico. Da una parte la UE, e il suo Trattato di Maastricht, con l’idea suicida del mercato perfetto, super regolamentato, e dall’altra il WTO, di Marrakech, che era l’esatto opposto. Tutto ciò ha provocato la fatale asimmetria. È stata un’Europa elitaria e totalitaria”.
“L’Europa è stordita, ma, dopo le parole di Vance, è positivo che ci sia stata una reazione. Non voglio essere né vassallo della Cina né dell’America – aggiunge Tremonti –. Un’Europa che tenga conto dei popoli. La politica commerciale e la risposta ai dazi americani deve essere europea e non ci dobbiamo fare prendere da isterismi”.
“Trump, quando si parla di dazi vanno calcolati gli effetti di ritorno, i cambi, i tassi, guardare il fenomeno nel suo insieme e ricordare che anche l’Europa applica l’IVA all’importazione che è un dazio. Nel codice doganale europeo l’IVA è del 20 per cento e si trasla sul consumatore. Voglio dire che il dazio che impone l’America ritornerebbe a carico americano. Tra l’altro, sono di proprietà americane multinazionali che operano in Europa, conclude Tremonti“.








