“Il conflitto in Ucraina è in bilico tra un cessate il fuoco e innescare una guerra calda globale, lasciando intendere che in entrambi gli scenari sarà l’Europa a doversi assumere responsabilità strategiche di primo piano”.
Lo scrive su Repubblica Maurizio Molinari.
“Il perno attorno a cui ruotano entrambe le opzioni – spiega Molinari – è il presidente eletto degli Stati Uniti perché sta dimostrando di essere interlocutore di entrambi i contendenti.
Tanto Putin che Zelensky considerano Trump un interlocutore credibile ed è questa la novità che, rispetto al periodo precedente le elezioni Usa, innesca la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco.
Il compromesso su cui si lavora è che la Russia manterrebbe il controllo delle regioni che occupa che però non sarebbero riconosciute da Kiev e Washington, dando vita ad un cessate il fuoco lungo gli oltre mille km di fronte che verrebbero sorvegliati da un contingente internazionale, consentendo all’Ucraina di entrare nella Ue e di iniziare un assai lungo percorso di avvicinamento alla Nato.
Ma restano molti nodi da sciogliere.
Ad esempio, fra i territori occupati vi saranno solo Crimea e Donbass o anche la regione di Mariupol che li collega?
E ancora: Putin può accettare il principio dell’adesione di Kiev alla Nato, anche se rinviato nel tempo, e più in generale può rinunciare al disegno strategico di cambiare l’equilibrio di sicurezza in Europa?
Da qui il bivio fra cessate il fuoco e guerra calda globale.
Se avremo il cessate il fuoco servirà un importante contingente per sorvegliarlo e l’indisponibilità di Trump a inviare soldati significa che la maggiore responsabilità ricadrà sulle spalle degli alleati della Nato.
Se invece Trump dovesse fallire, il conflitto aperto Nato-Russia investirebbe l’Europa.
Quale che sia il corso degli eventi fra Kiev e Mosca – conclude Molinari – per la Commissione europea il terreno più urgente sul quale operare è la sicurezza comune”.








