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Siamo arrivati alla caduta dei tabù economici in Europa | L’analisi di Federico Fubini

Federico Fubini sul Corriere della Sera parla della ‘caduta dei tabu in Europa’: “Non è un caso – scrive – se la Banca centrale europea continua a tagliare i tassi d’interesse più in fretta della Federal Reserve e l’euro continua a perdere quota sul dollaro.

L’economia europea è debole ed erano trent’anni che le imprese dell’area euro non trattavano a uno sconto così vasto (30%) su quelle americane.

Da trent’anni il mondo non ci valutava così poco, finanziariamente: tanto poco che, a puntare sull’Europa adesso, si rischia per forza di cose di guadagnare più di quanto non si possa perdere.

Anche alzando lo sguardo alla realtà più generale, la domanda resta la stessa: da dove possono arrivare i segnali di risveglio?

Perché dire che niente funziona, oltre che corretto, inizia a essere un po’ troppo facile.

Paolo Gentiloni, lasciando il suo posto di commissario all’Economia, che serve un nuovo eurobond per la difesa europea.

Germania e Olanda forse – sottolinea l’editorialista – non lo seguiranno alla lettera, ma nemmeno loro si stanno opponendo ormai a un «veicolo speciale» europeo che emetta titoli per almeno 500 miliardi di euro garantiti pro-quota dai governi che ci stanno.

Quel fondo per la difesa, senza dirlo, manderebbe di colpo in soffitta il nuovo patto di Stabilità europeo nato da pochi mesi e già obsoleto di fronte alle pressioni della storia.

Anche la firma di Ursula von der Leyen sul patto di libero scambio con il Mercosur sia una risposta al ritorno di Trump.

Del resto, la caduta dei tabù sta arrivando al cuore del sistema.

L’imminente ritorno di Trump ha obbligato persino i tedeschi più riluttanti ad ammettere che il loro freno costituzionale al debito è fuori dal tempo: uno strumento di paralisi tecnologica e miopia strategica.

Intanto anche Parigi qualche indizio interessante lo dà, nella sua lunga crisi politica.

I mercati hanno deciso di dar tempo alla Francia, mentre le forze politiche più costruttive — a sinistra, più che a destra — si stanno liberando del ricatto degli estremisti.

Sono pochi indizi e ambigui, tutti questi.

Anche messi insieme non fanno una prova, perché – conclude – tutto può andare ancora terribilmente storto.

In Ucraina, nel commercio, sull’energia o gli investimenti”.

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