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L’Ucraina è sola a combattere contro Putin | L’analisi di Anna Zafesova

L’Ucraina è sempre più da sola a combattere contro Putin.

Lo scrive Anna Zafesova sulla Stampa: “Man mano che dal team di Donald Trump cominciano a venire confermate le candidature dei suoi prossimi consiglieri e ministri – osserva l’editorialista – il destino dell’Ucraina appare sempre più quello di una vittima sacrificale.

Quanto la situazione sia preoccupante lo si capisce, ancora prima che dalle dichiarazioni per ora scarse e generiche dei nuovi collaboratori dell’amministrazione repubblicana, dalla reazione dei leader europei.

La paura dell’Europa è palpabile e visibile, anche se in realtà era da mesi che Ue, Nato e singoli Paesi del Vecchio Continente stavano mettendo in atto una rete di finanziamenti, accordi e aiuti per i prossimi mesi e anni, per proteggere l’Ucraina non soltanto dalla minaccia di Putin, ma anche dal pericolo Trump.

Curiosamente, quelli meno spaventati, almeno pubblicamente, sono gli ucraini.

Sicuramente molti, nel governo e nell’opinione pubblica, erano frustrati dall’indecisionismo occidentale e in particolare dell’amministrazione Biden.

Ma soprattutto – prosegue Zafesova – per l’Ucraina l’orrore non è un’ipotesi, ma vita quotidiana.

La realtà è che Trump dovrà trovare argomenti per costringere a cedere sia Zelensky – e il ricatto può funzionare soltanto fino a che rappresenta un ‘male minore’, non la sopravvivenza stessa dell’Ucraina – sia Putin, che ormai ha reso la guerra il perno della sua dittatura.

Dovrà inoltre convincere gli europei – se sono veri i “piani di pace” che circolano nei media – a scendere sul terreno come forza di interposizione, e persuadere Mosca a staccarsi dalla sua alleanza con Pechino e con l’Iran.

Dovrà probabilmente convincere i Paesi del Golfo a seguirlo nel piano di abbattere i prezzi sul petrolio, il metodo più sicuro di far vacillare il Cremlino dai tempi di Reagan.

Compito non impossibile, ma straordinariamente complesso, sicuramente non fattibile in 24 ore e molto faticoso per politici spesso alle prime esperienze internazionali come molti candidati trumpiani.

È quasi certo che Trump proverà a implementare una di quelle soluzioni facili che crede siano venute in mente soltanto a lui.

È molto probabile che non ci riuscirà, e che la realtà – cruda, spiacevole e difficilmente manipolabile con i tweet – lo costringerà a cambiare rotta”.

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