”L’Europa è avviluppata in una rete normativa che manca di chiarezza”.
Così Markus Reinisch, Vice President Public Policy per l’Europa di Meta, parlando ad Adnkronos ai margini della conferenza Comolake delle ragioni che impediscono all’azienda di lanciare in Ue il suo nuovo modello di intelligenza artificiale multimodale Llama 3.2.
“Forse l’attuale sistema di regole europeo funziona in un settore che evolve molto più lentamente, ma non è adatto per quello tecnologico.
Questo approccio rischia di bloccare la crescita delle aziende europee e rende la vita molto difficile per le imprese che mirano a portare in Europa dei potenziali volani di crescita”.
Non è chiaro né che tipo di dati possono essere utilizzati per addestrare i modelli Ia in Ue, né in che misura si possono utilizzare, spiega Reinisch.
E poi c’è il tema delle tempistiche: le conversazioni tra Meta e le istituzioni Ue sono iniziate in estate e il processo si protrarrà almeno fino al primo trimestre del 2025”.
Un processo simile nel Regno Unito invece ha richiesto ”solo poche settimane”, rimarca il dirigente, evidenziando le conseguenze in termini di competitività.








