In vista della stesura della prossima legge di bilancio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, punta a mettere qualche punto fermo intorno a un cantiere nel quale le variabili però continuano a essere molte.
Primo fra tutti, il confronto sul contributo delle banche.
In una partita complessiva da 3-4 miliardi in due anni, scrive il Sole 24 Ore, si lavora sulle imposte differite, per le quali si profila un doppio intervento.
Sarà rinviata la deducibilità relativa sia al 2025 sia al 2026, e il percorso di recupero non arriverà immediatamente nel biennio successivo.
Il meccanismo allo studio prevede un recupero delle quote non dedotte dilazionato nel tempo.
L’obiettivo è quello di evitare che il maggior gettito, che deriverà dall’ampliamento delle base imponibile, si traduca in un’immediata riduzione a partire dal 2027.
Ecco perché con un sistema di rientro più morbido verrebbe comunque salvaguardata la deducibilità ma senza pesare poi eccessivamente sui saldi di finanza pubblica successivi.
Nel menù bancario c’è anche un rinvio della deducibilità dei costi delle stock option, concesse come elemento di retribuzione extra per i manager del settore.
L’esclusione dall’imponibile avverrebbe al momento della distribuzione delle somme, e non in base al piano di assegnazione.
Mentre sui tavoli del governo resta anche un ulteriore dossier sui fondi utilizzati per rafforzare il patrimonio bancario








