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La richiesta di Emanuele Orsini, presidente Confindustria: “Serve un piano industriale per il Paese” | Lo scenario

“Noi abbiamo bisogno che le produzioni in Italia vengano mantenute.

E chiedere ulteriori incentivi mi sembra onestamente una pazzia”.

Così si è espresso Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, a margine del convegno dei Giovani Imprenditori che si è concluso oggi a Capri.

La sua dichiarazione mette in evidenza la necessità di un piano industriale solido e di lungo termine per sostenere le imprese italiane, in particolare nel settore automotive.

Orsini ha evidenziato l’importanza della Transizione 5.0, sottolineando che è una misura fondamentale, ma che necessita di semplificazione.

“Le nostre imprese stanno facendo fatica, soprattutto a causa delle regole europee che complicano le operazioni, specialmente nel settore energetico”, ha affermato.

A tal proposito, ha avanzato una proposta concreta al governo: consentire a chi ha versato l’acconto per Industria 4.0 nel 2023 e non ha ancora avviato gli impianti di poter accedere a Transizione 5.0, con eventuali modifiche per soddisfare i requisiti di sostenibilità.

Durante il convegno, Orsini ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di attivare una politica industriale strutturale.

“Questo Paese ha bisogno di investimenti per incrementare la produttività e supportare la crescita delle nostre imprese”, ha sottolineato, suggerendo un’Ires premiale per chi investe nel settore.

La sua proposta prevede anche una revisione della spesa fiscale, con l’obiettivo di eliminare circa 10 miliardi di euro di misure non più efficaci per la crescita.

In un clima di incertezze economiche, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha rassicurato gli imprenditori, affermando che nella prossima manovra “non ci sarà nessuna sorpresa negativa”.

Tuttavia, Orsini ha risposto con una battuta: “Tranquillo è sempre il morto,” evidenziando che la stabilità economica è una preoccupazione costante per le imprese.

Il dibattito si è allargato anche ai temi salariali, con Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, che ha suggerito di concentrare gli sforzi non su una tassazione maggiore dei profitti delle aziende, ma piuttosto sull’aumento dei salari.

“Lasciare tranquille le aziende potrebbe portare a un miglioramento dei contratti e all’innalzamento degli stipendi”, ha affermato durante un’intervista.

Infine, Orsini ha ribadito la necessità di una rapida revisione delle normative sull’automotive, sostenendo che il fermo del motore endotermico nel 2035 dovrebbe essere riesaminato e non attuato nel 2026.

Un cambio immediato della legislazione è ritenuto cruciale per garantire un futuro sostenibile e competitivo per l’industria automobilistica italiana.

In sintesi, il convegno di Capri ha messo in luce le sfide e le opportunità per il settore industriale italiano, con richieste chiare e urgenti al governo per supportare un ambiente imprenditoriale favorevole e produttivo.

Il convegno di Capri ha rappresentato un’importante piattaforma per discutere le sfide e le opportunità del settore industriale italiano.

Le richieste avanzate da Confindustria sono chiare: semplificazione delle normative, investimenti strategici e una politica industriale coerente e lungimirante.

La responsabilità ora ricade sul governo, che dovrà rispondere a queste istanze per garantire un futuro prospero e sostenibile per le imprese italiane.

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