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Stefano Buono, AD Newcleo: “Il Governo ascolti Draghi, le centrali nucleari sono sicure”

“Il piano di Mario Draghi ha dato importanza al nucleare di nuova generazione, considerandolo come una tecnologia che può aumentare la competitività dell’Europa”.

Per Stefano Buono, fondatore e ceo di Newcleo, azienda italo-britannica di reattori di ultima generazione, l’Italia è rimasta indietro ma può recuperare: “il governo sta lavorando bene ed entro fine anno dovrà annunciare la strategia sul nucleare e la riforma dell’Isin, l’ente regolatorio che può dare l’avvio alle procedure per costruire centrali nucleari“, afferma in un’intervista a La Stampa.

La società ha avviato l’iter autorizzativo per costruire in Francia un reattore da 30 megawatt elettrici e un altro da 200 megawatt, con il primo che entrerà in funzione nel 2031.

Guardando invece all’Italia, “abbiamo intenzione di avviare una procedura per costruire reattori, ma aspettiamo che il governo annunci entro fine anno la strategia nazionale sul nucleare e che vari la riforma dell’ente regolatorio Isin, dotandolo delle funzioni per avviare le procedure e assegnandogli più personale”, spiega Buono.

Nel nostro Paese, prosegue, “ci sono molti operatori coinvolti nell’industria nucleare.

In particolare, abbiamo tre alleanze strategiche sulle applicazioni di nostri reattori: con Fincantieri e Rina nel settore navale, con Maire Tecnimont nella chimica verde e nell’idrogeno e con Saipem studiamo la possibilità di mettere i nostri reattori su piattaforme galleggianti.

Inoltre, abbiamo collaborazioni con Enel e Ansaldo che in futuro potrebbero dare buoni frutti”.

Secondo il manager in Italia si potrebbero realizzare “piccoli reattori modulari Amr al piombo, la quarta generazione, con potenze da 200 megawatt elettrici che per esempio potrebbero dare energia a una piccola città, o a un grande datacenter, a un’industria ceramica o a un produttore di acciaio”.

Quanto agli ostacoli, rileva Buono, “la resistenza maggiore è la paura dei cittadini che in parte deriva da una narrativa del passato difficile da modificare”.

Va detto che “i nuovi reattori non permettono più incidenti come Chernobyl e Fukushima e che il nucleare è il sistema più sicuro di produzione di energia elettrica.

I giovani, che si informano molto sui temi ambientali, sanno queste cose e perciò sono più favorevoli al nucleare rispetto alle generazioni più mature”.

“L’opposizione al nucleare”, conclude, “rimane dove la classe politica è stagnante: in Spagna e in Germania, dove però gli industriali stanno conducendo una battaglia per riaverlo”.

Belgio, Svezia, Olanda e Svizzera che avevano rinunciato “ora stanno tornando al nucleare.

Poi ci sono Norvegia e Polonia, che non lo hanno mai avuto e invece ora stanno lanciando nuovi impianti”.

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