“Il Rapporto Draghi propone misure straordinarie di spesa e di governo che indubbiamente sarebbero necessarie per rilanciare le ambizioni di crescita e di benessere dell’Unione europea, ma è difficile evitare l’impressione che la sua attuazione resterà limitata”.
Lo sostiene l’economista Stefano Micossi sul magazine digitale Inpiù.net
“Semplicemente, non vedo le condizioni per quella mobilitazione politica nei paesi membri che servirebbe per dargli il dovuto seguito.
Stiamo parlando di maggiori spese coordinate per investimento a livello europeo nell’ordine di quattro punti percentuali di PIL, del superamento del vincolo dell’unanimità per molte decisioni e, soprattutto, dell’adozione di una politica comune per la crescita della quale finora non vi è mai stata traccia: politica comune che implicherebbe un improbabile stravolgimento delle politiche nazionali di bilancio dei paesi membri.
Resta dunque da vedere se e in quale misura il Rapporto aprirà nuovi spazi di azione per la Commissione europea, nelle risorse, nell’apertura dei mercati e nel superamento del nazionalismo ancora imperante nelle reti nazionali di comunicazione, energia e trasporto.
Naturalmente, spero ardentemente di sbagliarmi e di essere presto smentito dai fatti”.








