Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Il settore difesa della Ue รจ frammentato, servono ingenti investimenti | Ecco il rapporto Draghi

L’industria della difesa europea รจ molto frammentata e deve essere mirata all’innovazione. รˆ questa, in sintesi, la constatazione che Mario Draghi affida al suo rapporto sulla competitivitร  Ue presentato oggi a Bruxelles alla presenza della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il tema della difesa, infatti, รจ uno dei macrotemi all’interno del rapporto che si occupa di elaborare la ricetta affinchรฉ l’Ue non finisca schiacciata nel duello globale tra Cina e Stati Uniti in un momento di crescenti tensioni internazionali.

RAPPORTO DRAGHI, INDUSTRIA DIFESA UE FRAMMENTATA

“L’industria europea della difesa non soffre solo della riduzione della spesa per la difesa, ma anche della mancanza di attenzione allo sviluppo tecnologico. Il settore europeo della difesa รจ altamente competitivo a livello globale, con un fatturato annuo di 135 miliardi di euro nel 2022 e un forte volume di esportazioni. Alcuni prodotti e tecnologie dell’UE sono superiori o almeno equivalenti per qualitร  a quelli prodotti dagli Stati Uniti, come i carri armati principali, i sottomarini convenzionali, la tecnologia dei cantieri navali e gli aerei da trasporto”, si legge nel rapporto presentato dall’ex premier alla Commissione Ue oggi a Bruxelles. Tuttavia, “l’industria della difesa dell’Ue soffre di un deficit di capacitร  su due fronti. In primo luogo, la domanda complessiva รจ piรน bassa: la spesa aggregata per la difesa nell’UE รจ circa un terzo di quella degli Stati Uniti. In secondo luogo, la spesa dell’Ue รจ meno focalizzata sull’innovazione”, si legge ancora nel rapporto.

DRAGHI, UE DI FRONTE A SFIDA ESISTENZIALE

Secondo Draghi il costo necessario per decarbonizzare e digitalizzare lโ€™economia e al tempo stesso aumentare le capacitร  di difesa in Europa “dovrร  essere aumentato di circa 5 punti percentuale di Pil, a livelli che non si vedevano dagli anni 70 e 60″ del secolo scorso. A titolo di paragone ricorda che gli investimenti del Piano Marshall dal ’48 al ’51 ammontarono” a circa l`1-2% del Pil lโ€™anno”. “Se lโ€™Europa non puรฒ diventare piรน produttiva saremo costretti a fare delle scelte. Non potremo essere in grado di diventare al tempo stesso leader sulle tecnologie, un polo di responsabilitร  climatica e un player indipendente su scala globale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremmo ridimensionare alcune se non tutte le nostre ambizioni”, ha avvertito l’ex premier.

“Questa รจ una sfida esistenziale. Lโ€™Unione europea esiste per assicurare che i suoi cittadini possano beneficiare dei suoi valori fondamentali”, prosperitร , equitร , libertร , pace e democrazia in un ambiente sostenibile. “Se lโ€™Europa non puรฒ piรน assicurarli ai suoi popoli perderร  la sua ragione di essere. Lโ€™unico modo per affrontare questa sfida รจ crescere e diventare piรน produttivi, preservando i nostri valori di equitร  e inclusione sociale. E lโ€™unica strada per diventare piรน produttivi in Europa รจ di cambiare radicalmente”, ha concluso Draghi.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.