“Sottratti 60 miliardi l’anno, il Sud deve essere risarcito. Va creato un fondo per il riequilibrio delle risorse rispetto al Nord. Storicamente il Mezzogiorno cavalca meno le riprese. Ma questa volta va detto che non siamo davanti a una caduta congiunturale, ma a una crisi strutturale drammatica, causata dal blocco delle attività economiche. Il Sud ha sempre difficoltà ad agganciare le riprese che sono trainate soprattutto dalle esportazioni».
Lo afferma Adriano Giannola, presidente Svimez.
Il Presidente della Svimez Giannola si sofferma poi anche sulle potenziali conseguenze che il blocco delle attività economiche che il Mezzogiorno ha subito durante la prima ondata della pandemia, pur essendo rimasto quasi indenne sul piano sanitario.
«Il Sud potrebbe recriminare per l’eccessivo danno subito, diciamo così, per l’eccessiva prudenza mostrata dal governo che ha utilizzato questo criterio draconiano. Ci dovrebbe essere un risarcimento. In teoria i vari decreti del governo, fino a questo punto non hanno fatto altro che puntare a risarcimenti e sostegni, ma c’è un però. Risarcire il Sud è un po’ più complicato, perché con il lavoro nero e quello irregolare le persone da risarcire di fatto sono invisibili. È un dato di fatto, strutturale. Come fai a risarcire chi non compare?».
Sul come uscirne Giannola è chiaro. «Ci vogliono politiche di sviluppo. Questa piccola ripartenza, la metà rispetto a quella che verrà registrata a Nord, dovrebbe essere un ulteriore elemento per dare retta all’Europa e decidere di aggregare le differenze con un atteggiamento produttivo, con investimenti materiali e immateriali dove il Paese ne ha più bisogno».








