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Lagarde avverte: il lavoro della BCE non è finito e l’atterraggio morbido non è garantito

Incertezza e rischi persistenti.

Due elementi che secondo la numero uno del board della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, descrivono ancora bene la condizione economica della zona euro sulla quale la banca centrale “dovrà continuare a vigilare” oltre che a lavorare.

Nel suo discorso introduttivo al forum annuale sulle banche centrali organizzato dalla Bce a Sintra, in Portogallo, la presidente Lagarde, si legge su MF, ha identificato i rischi e i costi del percorso intrapreso finora.

Concordi nel ritenere che “l’economia stia attraverso un cambiamento sostanziale, abbiamo cercato subito di comprendere queste trasformazioni e di guidare il percorso secondo queste direttrici”, ma “la mancanza di chiarezza rappresenta una sfida profonda”.

Rispetto a quanto fatto finora, la presidente ha ribadito che di fronte a un’inflazione a livelli record, la banca centrale ha “dovuto reagire con forza per evitare che si consolidasse al di sopra dell’obiettivo” del 2%.

“Questa”, ha ricordato Lagarde, “è stata la lezione degli anni ‘70”.

Il rischio, di fronte a shock che possono diventare sempre più ampi e persistenti come quelli degli ultimi anni, è che “le aspettative di inflazione si sgretolino, indipendentemente dal fatto che siano guidati dalla domanda o dall’offerta.

Il basso rischio per le aspettative di inflazione vale solo quando gli shock sono effettivamente moderati e di breve durata”, ha spiegato la numero uno della Bce.

Guardando al presente, nonostante il flusso di nuove informazioni sull’economia della zona euro migliora costantemente il quadro dell’inflazione a medio termine, la Bce “non resta legata a nessun dato specifico”, ha puntualizzato la numero uno del board.

“La dipendenza dai dati”, ha chiarito Lagarde, “non significa dipendenza dai punti di riferimento”.

Anche perché il blocco si trova ancora di fronte a diverse incertezze riguardo all’inflazione futura, “soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione del nesso tra profitti, salari e produttività e l’eventualità che l’economia venga colpita da nuovi shock dal lato dell’offerta”.

Dopo la svolta di giugno, all’interno del suo discorso Lagarde non ha fatto nessun cenno a futuri tagli dei tassi d’interesse.

“La solidità del mercato del lavoro”, ha invece sottolineato, “ci consente di prendere tempo per raccogliere nuove informazioni, ma dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che le prospettive di crescita rimangono incerte”.

Considerata l’entità dello shock sui prezzi, infatti, “un atterraggio morbido non è ancora garantito”, ha sostenuto Lagarde.

“Solo il 15% circa degli atterraggi morbidi riusciti in questo periodo sono stati raggiunti a seguito di shock dei prezzi energetici.

Ma questo ciclo non ha seguito gli schemi del passato”.

Così all’apertura del forum di Sintra sul ruolo della politica monetaria “nell’era della trasformazione”, Lagarde è apparsa certa per lo più di una cosa: “Il nostro lavoro non è finito.

Come diceva il compianto calciatore e manager Bobby Robson, i primi 90 minuti sono i più importanti.

Non ci fermeremo finché la partita non sarà vinta e l’inflazione non sarà tornata al 2%”.

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