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Papa Bergoglio al G7 è un orgoglio per il nostro Paese | L’analisi di Ruben Razzante

L’ annuncio della partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 in Puglia, a giugno, nella sessione dedicata all’Intelligenza Artificiale (Ai), appone un timbro solenne a una trasformazione tecnologica epocale.

Per la prima volta nella storia – sottolinea Ruben Razzante sul Messaggero – un Pontefice interviene in un vertice del gruppo dei 7 grandi della terra e questo è certamente un motivo d’orgoglio per il nostro Paese, visto che l’evento coincide con l’anno di presidenza italiana.

Papa Bergoglio intenderà portare all’attenzione degli altri leader mondiali l’iniziativa promossa dalla Santa Sede sull’Intelligenza Artificiale con la “Rome Call for Ai Ethics”, un percorso finalizzato a porre costantemente al centro l’uomo nella sua incommensurabile profondità.

Inoltre, il suo intervento al G7 sottolinea una volta di più quanto l’avvento dell’Intelligenza Artificiale equivalga a una sfida epocale di natura antropologica, oltre che tecnologica.

Nel dosaggio di rischi e opportunità, essa può incidere sugli equilibri globali ma anche sul percorso realizzativo della personalità degli individui e sullo sviluppo delle società.

Non solo, dunque, l’Ai non può prescindere dall’uomo, ma essa deve incentrarsi sull’uomo e rimanere sotto il controllo umano.

Per far sì che questo non si riveli solo uno slogan di facciata è fondamentale che alle attente riflessioni intellettuali sull’argomento si associno equilibrati interventi legislativi e una strategia di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale filtrata attraverso i parametri di garanzia dei diritti fondamentali.

Si avvicina peraltro la 58esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (12 maggio) e Papa Francesco, quando la annunciò mesi fa, in un solenne messaggio auspicò “modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di Intelligenza Artificiale e contrastarne l’utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”.

Le parole del Pontefice puntano a scongiurare il rischio che l’Ai dia in pasto agli algoritmi l’essenza dell’uomo, alterandola, saccheggiandola e privandola della sua unicità.

Sul versante giuridico il Regolamento europeo Ai Act è un tassello decisivo e il disegno di legge presentato dal Governo Meloni si armonizza con i suoi contenuti.

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