Si sta svolgendo presso la Goethe University di Francoforte sul Meno il 24* convegno ‘The Ecb and its Watchers’, organizzato dall’Istituto per la Stabilità Monetaria e Finanziaria, un’occasione per fare chiarezza su quanto emerso nel corso dell’ultima riunione del Consiglio direttivo della banca centrale, lo scorso 7 marzo.
La presidente Christine Lagarde, in particolare, ha ribadito che la situazione macroeconomica rimane incerta e che la banca centrale è dipendente dai dati, soprattutto delle negoziazioni salariali del primo trimestre, attese a fine maggio.
INFLAZIONE IN MIGLIORAMENTO
“La composizione dell’inflazione sta migliorando, poiché ora ci aspettiamo un’inflazione di fondo più bassa nel medio termine.
Ciò suggerisce che la convergenza verso il 2% sarà probabilmente più duratura e meno dipendente dalle ipotesi sui prezzi delle materie prime, sebbene queste ultime possano sempre rivelarsi rischiose”, commenta la presidente Bce che sottolinea però come la pressione sui prezzi a livello domestico rimanga alta.
Più nel dettaglio, la Bce si aspetta un’inflazione in calo al 2,3% entro fine 2024, “dello 0,4% inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre”, e vede l’obiettivo del 2% raggiunto “prima delle nostre proiezioni temporali”, ovvero entro la metà del 2025.
FOCUS SUI SERVIZI
In particolare, la presidente Lagarde si sofferma ad analizzare l’ostinatezza dell’inflazione sui servizi, ancora attorno al 4% e attesa elevata per la maggior parte del 2024.
Tuttavia, se i dati raccolti entro giugno “rivelano un sufficiente grado di allineamento tra il percorso dell’inflazione sottostante e le nostre proiezioni, e supponendo che la trasmissione rimanga forte, saremo in grado di passare alla fase di riduzione del ciclo di policy e di rendere la politica meno restrittiva”.
DOPO PRIMO TAGLIO PROBABILE PAUSA
Ribadendo che la banca centrale “saprà un po’ di più ad aprile e molto di più a giugno”, la numero uno della Bce ha dichiarato che dopo un primo taglio dei tassi d’interesse “ci sarà un periodo in cui dovremo confermare costantemente che i dati in arrivo supportano le nostre prospettive di inflazione”.
Non è stato quindi fornito un dot plot o una guidance precisa su quanti tagli potersi aspettare nel corso del 2024, ma le prospettive di un primo ribasso nel breve termine, già condivise dal mercato e dal consenso per giugno, sembrano essere confermate.
IMPATTO SU ECONOMIA PIU’ INCISIVO DELLE ATTESE
A detta del governatore della banca centrale spagnola, Pablo Hernandez de Cos, “la serie di rialzi dei tassi di interesse della Bce starebbe colpendo l’economia più duramente delle previsioni”.
Al contempo, secondo il capo economista Philip Lane, un rialzo più tempestivo che avrebbe portato i tassi al 4% già nell’estate del 2022 avrebbe impattato negativamente sul Pil dell’Eurozona, in misura del 2% nel 2024.
A detta della presidente Lagarde, “dopo la pandemia, i responsabili della politica monetaria hanno dovuto affrontare un contesto eccezionalmente complesso.
Con l’aumento dell’inflazione, ci siamo trovati di fronte a una profonda incertezza sulla sua portata e sulla sua diffusione nell’economia” e i potenziali costi derivanti da errori di giudizio sarebbero stati elevati.
In questo periodo, comunque, la Bce ha monitorato “l’outlook sull’inflazione, le dinamiche alla base del trend e la forza della trasmissione monetaria” in un contesto di visibilità bassa e con l’obiettivo di mitigare l’incertezza.








