Dopodomani si tiene la riunione del consiglio direttivo della Bce.
È auspicabile che si affronti l’esame della ricorrenza o no delle condizioni per l’avvio della normalizzazione monetaria, non potendosi ritenere una mera declamazione o un modo solo per distinguersi il discorso del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta al congresso Assiom-Forex di Genova del 10 febbraio scorso.
In quell’occasione Panetta ha indicato le condizioni, tutte ricorrenti, per procedere a un allentamento monetario e ha ricordato che l’esercizio previsivo «che la Bce effettuerà a marzo» offrirà importanti elementi per la prossima impostazione della politica monetaria.
Si tratta, dunque, di verificare i tempi della messa a punto dell’esercizio.
L’orientamento di diversi osservatori va nel senso che si soprassiederà all’assunzione di decisioni sui tassi di riferimento.
In tal caso, molto importanti saranno le dichiarazioni della presidente Christine Lagarde nella tradizionale conferenza stampa post riunione del direttivo.
Se così sarà (dunque continuerà un temporeggiamento che comincia a essere non facilmente spiegabile, dato il livello dell’inflazione nell’area) sarà doveroso che la Lagarde spieghi perché non ricorrano (ancora) le condizioni che sono state enumerate da Panetta, posto che quest’ultimo, oltre a sostenerle in un discorso in Italia, se veramente convinto su di esse, si sia adoperato per le possibili convergenze nel Consiglio, per quanto si tratti di un’opera niente affatto semplice.
Insomma, giovedì 7 sarà una giornata importante per la Bce, anche nella probabile circostanza dell’inazione.
Ma il giorno dopo si tiene, in Italia, un incontro che si prospetta molto interessante in Alma iura sulla politica monetaria, al quale parteciperanno il presidente della Consob Paolo Savona e Rainer Masera.
In questa circostanza, si potrà anche commentare quel che la Bce avrà deciso in un senso o nell’altro.
Viene comunque annunciato che Savona – il quale con Masera ha promosso, con una sua stimolante prefazione, una raccolta di saggi dal titolo «Normalizzazione della politica monetaria.
Cent’anni dopo il trattato sulla riforma monetaria di Keynes» (Passigli Editore) – affronterà, nel convegno, il tema della riforma dei modelli previsivi delle Banche centrali, proponendo di includere nei modelli econometrici l’intelligenza artificiale e il machine learning.
Savona è stato negli iniziali anni 60 del Novecento partecipe, con un apporto fondamentale, della costruzione del modello econometrico della Banca d’Italia coordinata con grande professionalità da Antonio Fazio.
Si tratta di uno strumento che è alla base dell’autorevolezza dell’Istituto in tema di previsioni e di conseguenti azioni, nonché, più in generale, di analisi monetarie, economiche e finanziarie.
Ciò prima che l’attuale presidente della Consob ricoprisse una serie di alti incarichi nel settore pubblico, ivi compresa l’università, e in quello privato.
Il fatto che proprio lui, che ha partecipato alla costruzione di uno dei primi modelli econometrici, avverta questa esigenza di integrazione è significativo, a maggior ragione dopo i gravi errori compiuti dalla Bce con il suo modello predittivo.
Ma Savona non si limita a questa pur molto importante proposta di integrazione.
Nel libro citato affronta, con la sua non comune competenza, il tema dell’equilibrio tra stabilità monetaria, stabilità finanziaria e stabilità reale e sostiene che una normalizzazione dovrebbe affrontare il problema della protezione del risparmio e contemporaneamente della crescita reale.
Per raggiungere l’equilibrio anzidetto tra le diverse forme di stabilità e per decidere qualità e quantità delle scelte monetarie, occorre sperimentare soluzioni diverse da quelle dei modelli econometrici degli anni 60, includendo appunto, l’intelligenza artificiale: un tema, quest’ultimo, nel quale Savona e la Consob stanno svolgendo un ruolo di battistrada.
Il convegno in questione, nel quale Masera affronterà tra gli altri il tema della digitalizzazione, muove dall’esigenza di un’integrazione tra competenze matematiche e giuridiche e, aggiungerei, storiche, per potere affrontare adeguatamente i fenomeni economici in evoluzione.








