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Ecco i timori di Panetta per l’ingresso delle big tech nell’attività bancaria | Lo scenario

Ora, dopo quanto informalmente è stato diffuso dell’intervento del governatore della Banca d’Italia nella riunione del comitato esecutivo dell’Abi, è maggiore l’attesa del discorso che egli pronuncerà nell’ultima giornata del congresso annuale Assiom-Forex che si terrà a Genova il 9 e 10 febbraio prossimo. Nella tradizione della Banca d’Italia, l’intervento del governatore in questa occasione è ritenuto un po’ come le considerazioni finali di medio termine, collocandosi tra la Giornata del Risparmio e la Relazione di maggio dell’istituto centrale. Per il governatore rappresenterà il vero esordio.

Per ora le diverse osservazioni e valutazioni espresse da Panetta risultano particolarmente interessanti; esse fanno parte comunque di un organico discorso di politica economica, monetaria e bancaria che ci si attende di vedere sviluppato a Genova, a meno che il governatore non si orienti per un discorso mirato alle problematiche più urgenti. Intanto, stando a quanto della riunione è stato fatto conoscere in maniera informale, Panetta si è astenuto dal pronunciarsi sul taglio o no dei tassi di riferimento, potendosi ritenere di essere già nel prescritto periodo di massimo riserbo al quale gli esponenti del Sistema europeo di Banche centrali debbono attenersi sette giorni prima della riunione del direttivo della Bce (il 25 di questo mese).

Nella stessa giornata tuttavia la presidente Christine Lagarde ha prospettato la possibilità di un taglio dei tassi nell’estate prossima, poi però ha detto che non bisogna pensare di affrettarsi nella riduzione perché, nella sostanza del suo pensiero, potrebbero poi esservi dei contraccolpi, mentre altri governatori hanno espresso opinioni favorevoli alla riduzione o contrarie, quasi un fuoco di artificio prima del pieno della fase di riserbo. La ormai consueta alimentazione di confusione e disorientamento. Ma Panetta ha comunque sottolineato il deciso processo di disinflazione in atto nell’area (e ancor più in Italia) per cui intelligenti pauca. Chi può parlare liberamente, come il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, fa bene a sollecitare la riduzione dei tassi senza attendere che in ogni Paese dell’area l’inflazione sia al 2% se non addirittura al di sotto, anche per prevenire problematiche opposte a quelle finora vissute.

Oltre alle considerazioni sulle politiche riguardanti i depositi, i crediti deteriorati e il relativo mercato, la liquidità e i dissesti bancari, due punti del discorso di Panetta sono particolarmente interessanti. Essi riguardano il Mezzogiorno, con la possibilità di alimentare un processo di rilocalizzazione di produzioni nell’area, dati il costo del lavoro più basso, la domanda insoddisfatta e la possibile creazione di energia rinnovabile a buon mercato. Si tratta di un possibile pilastro, occorre osservare, di un politica che riscopra un meridionalismo all’altezza dei tempi e delle nuove esigenze in un contesto non solo italiano, ma anche internazionale. Naturalmente, un meridionalismo parte essenziale di una politica economica e sociale nazionale.

Poi Panetta ha affrontato il punctum dolens, di cui è molto estesa la sottovalutazione, che riguarda il ruolo delle big tech, in particolare per quel che potrebbe essere il finanziamento dell’economia. Il tema è stato da lungo tempo sollevato anche su queste colonne. Il governatore ha chiarito che le autorità internazionali sono contrarie a una tale estensione dell’operatività. Ma in futuro? Un intervento di questi colossi nel settore bancario, con il gigantesco supporto delle loro informazioni e i mezzi disponibili, metterebbe fuori mercato numerose banche. Panetta rimarca il fatto che ora a livello internazionale c’è contrarietà per cui sollecita le banche a considerare l’importanza di lavorare sui dati della clientela e sulla capacità della profilazione. È un importante richiamo a premunirsi nei confronti di un pericolo lontano, ma da non escludere.

Certo è, però, che non si potrà rimanere sotto la Spada di Damocle di un cambio di orientamento delle autorità in questione. Occorrerà lavorare perché si raggiunga una stabilità di indirizzi per affermare una preclusione all’accesso nel settore bancario quanto meno di posizioni che sarebbero chiaramente dominanti e, dunque, da valutare alla stregua delle discipline nazionali antitrust. Insomma, occorre operare nei due versanti: rafforzarsi con i dati e adoperarsi per la fissazione di regole e criteri a livello internazionale e di singole regioni.

Certamente, se si vede questo problema congiuntamente con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa, la sfida non solo per le banche, ma per gli Stati e le organizzazioni internazionali ha un carattere storico. È rassicurante che il governatore sia pienamente dentro queste tematiche e prospetti i modi e i contenuti delle più urgenti risposte che riguardano non solo le banche ma anche la società, gli Stati e, non certo per ultimi, i risparmiatori e gli investitori. Il difficile sarà tradurre in iniziative e azioni le posizioni di Panetta pienamente condivisibili.

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