L’istituzione di un’unica Zona Economica Speciale (Zes) che comprenderà tutto il Meridione italiano dovrebbe essere in grado di attivare in via diretta, indiretta e indotta circa 83 miliardi di euro, pari al 23% del valore complessivo del Sud e quasi 73 mila posti di lavoro sul territorio.
Questa la stima prodotta dal The European House-Ambrosetti.
Dal primo gennaio 2024, scrive MF-Milano Finanza, partirà la Zes Unica per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, come ha disposto il governo Meloni, anche sulla scia degli impegni presi con il Pnrr per colmare tra Sud e Nord, con l’apposito decreto legge recante “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese” di settembre.
Ma con la manovra, adesso all’esame in via definitiva alla Camera, è stata modificata la disposizione di copertura del credito d’imposta per investimenti nella Zes unica, specificando che il tetto di spesa autorizzato a favore delle imprese sfiora i 2 miliardi di euro per il 2024 ed eliminando il riferimento alle risorse europee e nazionali della politica di coesione quali fonti di copertura.
Forse non è un caso che proprio grazie al ricorso a 2,3 miliardi di risorse prese dal Fondo di Coesione e sviluppo Ue, sia stato possibile nella legge di bilancio un alleggerimento del peso della Ponte sullo Stretto di Messina per le finanze pubbliche, passato da 11,6 a 9,3 miliardi.
A testimoniare l’efficacia di una Zona economica speciale e soprattutto l’importanza che tale strumento può costituire per sostenere la crescita economica e occupazionale nonché l’attrattività per gli investimenti del Sud d’Italia, “una parte importante del Paese che merita risposte dedicate”, sottolinea Cetti Lauteta, Head of Scenario Sud di The European House-Ambrosetti, sono i risultati raggiunti dalle Zes di Campania e Calabria.
Nel dettaglio, in soli due anni dal suo avvio la Zes Campania è riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 milioni di euro tramite l’Autorizzazione Unica e 1,1 miliardi con lo strumento del credito di imposta.
Ne consegue un effetto complessivo sulle filiere campane di 23 miliardi di euro in termini di valore aggiunto e oltre 20 mila posti di lavoro.
Affinché l’esperimento della Zes Unica al Sud abbia successo e quindi sblocchi il suo potenziale economico-sociale serve, secondo Ambrosetti, una governance tanto centralizzata e armonizzata delegata alla nuova struttura di missione Zes presso la presidenza del Consiglio dei ministri, presieduta dal ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, quanto radicata sul territorio.
Difatti da un lato sarebbe utile un team dedicato ai monitoraggi in seno alla Cabina di regia centrale, dall’altro, si dovrà tenere conto delle specializzazioni produttive che connotano le singole regioni meridionali.








