Doveva essere un anno drammatico, commenta sul Foglio Claudio Cerasa, almeno dal punto di vista economico.
Doveva essere un anno di recessione galoppante, di spread impazziti, di borse al collasso, di disoccupazione folle, di investimenti al palo, di inflazione incalzante, di risorse europee perdute.
E invece, volgendo il nostro sguardo ai dodici mesi che ci lasciamo alle spalle, in un giorno carico di ottimismo grazie alla scelta quasi contemporanea della Banca centrale europea e della Federal Reserve americana di non alzare i tassi di interesse, possiamo dire che l’anno economico dell’Italia è stato decisamente diverso rispetto a come molti osservatori lo avevano previsto.
Un anno fa l’Istat prevedeva una crescita del pil per il 2023 pari allo 0,4 per cento.
Oggi l’Istat dice che la crescita del 2023 sarà almeno dello 0,7 per cento.
Un anno fa l’Istat prevedeva un rallentamento rispetto al 2022 dei consumi delle famiglie.
Oggi l’Istat dice che i consumi del 2023 saranno tre volte superiori alle previsioni (+1,4 per cento contro una stima precedente di più 0,4 per cento).
Un anno fa l’Istat prevedeva un rialzo del tasso di disoccupazione nel 2023 (8,2 per cento).
Oggi l’Istat dice che alla fine dell’anno la disoccupazione italiana sarà inferiore al 2022 (7,6 per cento, contro l’8,1 per cento di dodici mesi fa).
Aggiungiamo a tutto questo che Piazza Affari ha recentemente toccato i 30.000 punti, registrando un più 25 per cento rispetto all’inizio dell’anno e arrivando ai massimi dal 2008.
Aggiungiamo a questo che le rate del Pnrr, nonostante qualche ritardo, sono arrivate regolarmente a destinazione.
Aggiungiamo a tutto questo che le esportazioni delle imprese italiane, secondo Sace, supereranno il record del 2023 arrivando a quota 660 miliardi di euro (più 6,8 per cento rispetto allo scorso anno).
Aggiungiamo a tutto questo che entro pochi giorni il ministero dell’Economia annuncerà un numero record relativo al gettito derivante dall’azione di contrasto dell’evasione fiscale (superiore ai 20,2 miliardi del 2022).








