Nel corso del convegno āRifiuti e Ambiente: i nuovi beni nellāeconomia circolareā, tenutosi il 5 giugno 2025 al Circolo dei Magistrati della Corte dei conti a Roma, sono emerse cinque proposte operative ritenute strategiche dai relatori per migliorare la gestione dei rifiuti in Italia e accelerare la transizione verso un’economia circolare. Di seguito il dettaglio delle proposte condivise da istituzioni, aziende e associazioni del settore.
1. Potenziare le infrastrutture impiantistiche nelle aree carenti, soprattutto al Centro-Sud
Il gap impiantistico tra Nord e Sud rappresenta ancora una criticitĆ evidente. Come ricordato da ISPRA e UPI, senza una rete adeguata di impianti di trattamento e valorizzazione, lāefficienza della raccolta differenziata rischia di vanificarsi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha giĆ stanziato oltre 2 miliardi di euro, con una forte concentrazione sul Mezzogiorno, ma ĆØ fondamentale assicurare che tali fondi vengano utilizzati per colmare realmente i vuoti infrastrutturali. Lāobiettivo ĆØ realizzare impianti di prossimitĆ , riducendo i trasporti e aumentando la capacitĆ di trattamento locale.
2. Accelerare le procedure autorizzative con tempi certi e semplificati
Uno dei principali ostacoli agli investimenti ĆØ rappresentato dai tempi lunghi per le autorizzazioni. Oggi, per la realizzazione di un nuovo impianto, possono essere necessari anche tre anni. Come ha sottolineato il direttore dellāUPI Piero Antonelli, non si può continuare a ricorrere a commissariamenti straordinari: serve un modello ordinario semplificato e trasparente. La proposta ĆØ di definire procedure con tempistiche certe, che garantiscano attrattivitĆ per gli investimenti pubblici e privati e risposte rapide ai territori.
3. Rafforzare la comunicazione ambientale per coinvolgere i cittadini
Senza la partecipazione consapevole dei cittadini, anche il miglior sistema industriale rischia di non funzionare. Tutti i relatori hanno sottolineato lāurgenza di migliorare la comunicazione istituzionale e aziendale sui temi ambientali, non solo in termini informativi, ma anche motivazionali. Ć necessario raccontare il valore della raccolta differenziata, spiegare le finalitĆ delle filiere e promuovere comportamenti virtuosi, fin dalla scuola. Lāeducazione ambientale va potenziata soprattutto nella fascia delle scuole secondarie.
4. Costruire e completare filiere ancora carenti: RAEE e tessile in primo piano
Se lāItalia vanta eccellenze nel compostaggio e nella gestione degli imballaggi, resta indietro su alcuni settori strategici. La filiera dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) riesce a intercettare solo il 24% del totale, mentre quella del tessile ĆØ ancora frammentata. La proposta condivisa ĆØ quella di creare modelli regionali autosufficienti, in grado di chiudere il ciclo entro i confini territoriali, ottimizzando costi, logistica e impatto ambientale. Occorre sviluppare una rete capillare di raccolta e investire su impianti di recupero ad alta tecnologia.
5. Sostenere la crescita di aziende pubbliche e miste integrate su scala provinciale
Oggi il settore ĆØ frammentato in oltre 575 aziende, molte delle quali di piccola dimensione e operative solo su una parte del ciclo dei rifiuti. I relatori, tra cui il Presidente di AMA Bruno Manzi e lāUPI, hanno evidenziato lāesigenza di strutture più robuste, integrate e in grado di gestire lāintero ciclo: dalla raccolta al trattamento, fino al recupero. Il modello indicato ĆØ quello di aziende pubbliche o miste su scala provinciale o metropolitana, capaci di garantire efficienza industriale, trasparenza e valore economico per i territori.
Conclusioni
Queste cinque proposte, emerse dal confronto tra istituzioni, imprese e stakeholder ambientali, tracciano una direzione chiara: per fare dellāeconomia circolare una realtĆ concreta, occorre agire su impianti, governance, comunicazione e filiere. Un impegno condiviso che chiama in causa non solo la politica, ma lāintero sistema-Paese.








