«Un limite altissimo, difficilmente entrerà in vigore». Così il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha definito il price cap sul gas a 275 euro proposto dalla Commissione europea. «È tanto rumore per nulla», ha detto all’ANSA. «Siamo lontani dai picchi raggiunti ad agosto. Pensavo che si sarebbe fissato un limite più basso. Comunque, oramai è tardi, il price cap andava messo un anno fa, avremmo risparmiato un sacco di soldi. E poi parlare di tetto distoglie dal problema vero, che è ridurre la domanda di gas».
A suo avviso, «gli unici elementi positivi della proposta è che chiede ai paesi cosa intendono fare per ridurre la domanda, e che coinvolge la Bce, l’autorità dei regolatori europei Acer e l’organo di regolazione dei mercati finanziari europei Emas». Per Tabarelli «ci sono moltissimi paletti prima che il cap scatti, sarà difficile che succeda». Inoltre «il cap riguarda solo la contrattazione dei futures. Il grosso della contrattazione non viene toccata, e gli operatori potrebbero scegliere di fare operazioni fuori mercato».
Secondo il presidente di Nomisma Energia, «il problema vero è riequilibrare la domanda e l’offerta di gas in Europa. La domanda è rimasta la stessa, nonostante sia venuto meno il 40% dell’offerta, cioè il gas russo. Bisognerebbe ridurre la domanda, e chiedere a olandesi e norvegesi di produrre di più».