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Sandra Zampa (senatrice PD): «L’inflazione mangerà 2 miliardi alla sanità»

“Noi del Pd abbiamo letto con molta preoccupazione i dati della finanziaria. Ieri c’è stata anche un’audizione con il ministro Schillaci, che ha presentato il suo piano di lavoro.

Quando si dice: faremo, farò, e le risorse sono persino inferiori rispetto a quello nell’ultimo anno è stato messo, allora comprendi che ci sono solo buone intenzioni ma nient’altro.

È vero che vengono confermati poco più di 2 miliardi nella sanità, ma l’aumento dei costi dell’energia che sta colpendo la sanità pubblica vale da solo più di 1 miliardo e mezzo”.

Lo ha detto Sandra Zampa, senatrice del Pd, già sottosegretaria alla Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus.

“Il secondo punto è l’aumento spaventoso dell’inflazione che sta mettendo in difficoltà le famiglie, ma anche tutto il servizio sanitario.

Sono molte le società fornitrici di servizi di aziende sanitarie che chiedono una revisione dei contratti e fanno aumenti molto significativi.

Il combinato disposto di queste due voci rischia di fare in modo che in sanità non finisca praticamente niente”, ha aggiunto.

“Il nostro debito pubblico è impressionante quindi non si riesce mai ad investire nel servizio sanitario pubblico quello che servirebbe per far correre il sistema.

Ma in questo caso, siccome parliamo del diritto costituzionale ad essere curati, ci si aspetterebbe davvero un di più. Io sono davvero rimasta molto delusa – ha concluso -.

La prima finanziaria che ha messo il segno più alla sanità è del 2019 quando il covid probabilmente c’era, ma noi non lo sapevamo.

Anche lì avevamo 2 miliardi per la sanità. Poi è vero che l’epidemia si è mangiata gran parte delle risorse e ha prodotto un accumularsi delle liste d’attesa.

Non tutte le Regioni però sono nella stessa situazione. Se noi non facciamo lo sforzo di capire perché ci sono Regioni che riescono a curare le persone e altre no, ci sarà una sanità di Serie A, di serie b e di serie c”.

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